p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 28 Febbraio 2019

Dice Qoelet: “Non domandare come mai i tempi antichi erano migliori del presente?, poiché una tale domanda non è ispirata da saggezza!”.

Quante volte sentiamo fare questa affermazione, quante volte ci sovviene questo pensiero e questa convinzione! È forse vero che si stava meglio quando si stava peggio? Forse traduciamo questo pensiero col “si va di male in peggio”, ma il risultato non cambia: siamo stolti e non ispirati da saggezza!

Questo capita a chi è abituato a guardare la vita da fuori e non si getta dentro di essa in modo vero e saggio. Guardare dalla finestra cercando di scorgere i difetti delle cose, delle vicende e delle persone, sembra essere la cosa più importante. Scandalo è un governo che non cerca lo sviluppo della nazione, ma di salvare se stesso e i suoi componenti. Un governo che non ha un consiglio dei ministri lo possiamo ancora ritenere tale? Un governo che ha fatto sparire tonnellate di oro non si sa dove, mentre la gente muore di fame, lo possiamo ancora ritenere un governo?

Lo scandalo, sia che venga da destra come da sinistra, e noi ne abbiamo due bei campioni in Italia, sia che venga dalla chiesa come che vanga da fuori, poco importa, non serve a nulla. Serve solo a creare ad hoc dei criminali da incolpare della nostra inettitudine.

Scandalo significa inciampo. Scandalizzare significa creare un inciampo a chi sta tentando di camminare.  Se noi utilizziamo qualsiasi mezzo per creare scandalo noi facciamo inciampare la vita, il prossimo. Ma soprattutto noi inciampiamo nello scandalo stesso da noi creato e ci condanniamo alla non vita.

Non pensiamo a grandi cose, sopra ho riportato alcuni esempi semplici con cui noi inciampiamo fino a non riuscire più a vivere.

Cosa bella e buona è il corpo, ma quando il corpo è in cima ai nostri pensieri, appena il corpo subisce una débâcle di ogni genere e tipo, noi ci sentiamo morti, non più vivi. Buona cosa è il pensiero, ma quando i nostri pensieri occupano la nostra esistenza non lasciando più spazio ad un vuoto contemplativo, noi non riusciamo più a dormire in pace oppure non riusciamo più a vivere la contemplazione del bello che c’è.

La crisi che attanaglia la chiesa non è cosa cattiva in sé. Il problema non è la crisi ma l’utilizzo scandalistico che noi ne facciamo di essa. Se non è motivo per riprendere a camminare in modo più vero noi la usiamo per scandalizzarci. Continuiamo a riempire le nostre assemblee di numeri e di statistiche che confermino che le cose vanno male, e poi tutto ritorna come prima, ritorniamo al nostro tran tran e chi s’è visto s’è visto.

È meglio vivere con una mano sola, è meglio camminare con un piede solo, è meglio contemplare con un occhio solo, se la completezza fisica, morale, intellettuale, diventa motivo di scandalo, cioè motivo per non vivere.

Lo scandalo di non dare un bicchiere d’acqua a chi ha sete, è cosa grande da eliminare da questo mondo. Lo scandalo di quelle donne coi pianti dei loro bambini che vengono messe all’addiaccio in Siria perché non si sa mai che non ci sia fra di loro un terrorista, è cosa che ucciderà il mondo cosiddetto sviluppato.

Lo scandalo dei discepoli di fronte all’annuncio di Gesù della sua passione, è roba satanica: passa dietro me e seguimi perché tu non pensi secondo Dio ma secondo gli uomini, dirà Gesù a Pietro subito dopo la sua confessione messianica.

Ricominciamo a vivere impastandoci di terra. Lasciamo fuori dalla porta tutte le nostre teorie e lasciamoci inondare dalla sapienza che viene dall’alto. Lasciamo fuori dalla porta, magari spegnendo la TV e guardando la bellezza del cielo, tutte le dicerie su di noi e sugli altri: non servono a nulla, anzi sono scandalo che fanno ammalare i nostri animi e intossicano le nostre menti.

Dio ha fatto l’uomo retto, non cediamo alla tentazione, dice Qoelet, di tanti fallaci ragionamenti. Forse salvano l’apparenza del nostro pensarci persone razionali, ma non ci salvano dalla follia scandalosa, quella sì, dell’incapacità a vedere il bello e il buono, e a godere con semplicità della vita di ogni giorno, grande dono del Creatore.

Commento a cura di p. Giovanni Nicoli.

Fonte – Scuola Apostolica Sacro Cuore

Vangelo del giorno:

Mc 9, 41-50
Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Chiunque vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.
Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare.
Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue.
Ognuno infatti sarà salato con il fuoco. Buona cosa è il sale; ma se il sale diventa insipido, con che cosa gli darete sapore? Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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