p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 25 Maggio 2019 – Gv 15, 18-21

Ciò che al pensiero del mondo interessa è chi vince. Chi vince ha ragione. È il massimo del pensiero democratico che è un passo avanti rispetto a tutte le altre forme di governo, ma questo massimo non è il massimo della vita. È forma alta di governo la democrazia, ma non è forma perfetta. Noi invece continuiamo a dipingerla come una forma perfetta dove chi ha più voti è colui che ha ragione.

La conseguenza, che è sotto i nostri occhi, di questa limitatezza della democrazia da noi assurta a idolo, è la necessità di vendere illusioni. Gli illusionisti sono coloro che meglio funzionano. Illusionisti accompagnati da una buona dose di denaro magari rubato allo Stato.

La democrazia, che è cosa buona, è cosa del mondo condannata a creare delusioni e disonestà: è nel suo DNA. Certamente non può essere fautrice né di verità né di valori alti perché, lo vediamo continuamente, più abbassi il tiro, più sposti la propaganda dal ragionamento alla pancia, e più la base di consenso si allarga. Il dio della democrazia è il consenso non la verità.

Ne consegue che tutto ciò che è vita e vitale passa in secondo piano. Non si valorizza più un imprenditore che fa della sua impresa un ambito di vita. Preferiamo manager che sono lì per fare soldi e che cadono sempre in piedi, anche se l’azienda va a rotoli. Loro, come i politici delle nostre democrazie, non si sentono mai in colpa: la colpa è sempre degli altri. Avviene che la colpa, più che i programmi, la colpa degli altri diventi lo strumento propagandistico per eccellenza. La colpa è degli altri e io mi salvo sempre.

Questo è il pensiero del nostro mondo, non quello del nostro Dio. Il nostro Dio ha creato la terra senza confini, noi costruiamo muri e mettiamo barriere dentro e fuori dagli stati. Dio ha creato per amore, noi continuiamo a distruggere il creato perché questo rende, anziché vivere il creato come gioia e luogo di vita dove c’è cibo per tutti. Dio ha creato la vita e noi continuiamo a creare morte, anche dei piccoli. Amore significa apertura e condivisione del pane con chi ha fame, del vestito con chi è nudo. Noi abbiamo inventato armadi sempre più grandi e magazzini sempre più spaziosi da riempire. convinti che questo sia vita e ci diciamo di godere, come lo stolto ricco, ma godere è impossibile in questa situazione perché è situazione di morte e non di vita.

Gesù ci ricorda semplicemente che amore e gioia con una vita innestata nel cuore del Padre è la cosa più sapiente e più umana che esista. Cose che noi, volenti o nolenti, continuiamo a distruggere. Se certe scelte sono contrarie a Matteo 25 quando nel giudizio finale il Padre ci chiederà se abbiamo amato i fratelli da fratelli e queste cose le diciamo dai pulpiti, non preoccupiamoci se qualcuno esce di chiesa o si mette a fischiare il Papa: è un buon segno. Il non consenso in questo caso, magari drammatico per chi è malato solo di democrazia, è segno che stiamo dicendo bene e che stiamo dicendo la verità. In chiesa non siamo in politica, in chiesa non si va per sentire ragioni che sostengano il nostro pensiero, in chiesa si va per ascoltare la Parola di Dio e la sua sapienza. Se poi questo non ci aggrada, pazienza: la sapienza di Dio non abbassa certo il tiro per avere consensi che disumanizzano la vita.

L’amore va controcorrente, è spesso odiato e perseguitato semplicemente perché cosa scomoda al nostro egoismo.

La non comprensione del messaggio evangelico e il rifiuto del discepolo fedele al vangelo, è cosa normale e addirittura buona. Un rifiuto dato non perché uno fa i fatti suoi, ma perché uno fa i fatti del bene comune, del bene supremo, del Padre che è preoccupato solo dei suoi figli.

In nome di dio, del dio della legge, del dio del potere, del dio del consenso, del dio dell’oppressione, noi dobbiamo venire espulsi dalla comunità se mettiamo al centro della nostra vita la scelta di amore e l’amicizia come dono supremo di vita.

Non dobbiamo scandalizzarci, anzi! Ciò che è capitato a Gesù capita anche a chi lo segue. Ma continuare a camminare con la forza dello Spirito, sulla via a noi tracciata dal Padre è cosa sana, è cosa saggia, è cosa umanizzante, è via di gioia, è via di amicizia vera, è amore che vince l’odio e svela il volto del Padre, il volto vero di quel Dio Padre che non è interessato alle religioni e alle guerre di religione, ma ai suoi figli, quello sì.

Commento a cura di p. Giovanni Nicoli.

Fonte – Scuola Apostolica Sacro Cuore

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Voi non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo.

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 15, 18-21

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:

«Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia.
Ricordatevi della parola che io vi ho detto: “Un servo non è più grande del suo padrone”. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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