p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 21 Novembre 2021

447

Il processo davanti a Pilato è il processo contro ogni potere che opprime l’uomo. Gesù è il vero re, che dà la vita. Pilato rappresenta il re da burla, che sa dare solo morte al giusto, anche se non vuole. Gesù è il re che testimonia la verità di Dio e dell’uomo.

Il Messia, è il re promesso, è il re di pace. È il re la cui unica violenza è quella della parola che distrugge la violenza, parola di verità e di pace.

Gesù è stato accusato di essere malfattore e abbiamo anche visto perché. Per la nostra realtà il vero malfattore è chi non vuole la violenza. È l’innocente il vero malfattore, che sembra innocuo, e invece nuoce molto perché rovina il gioco stesso del potere. Il malfattore è il re della verità, gli altri sono i re della menzogna.

Se Dio per noi è il padrone che tiene in mano tutto e tutti, l’uomo riuscito è quel padrone che riesce a mettere le mani su tutto e su tutti, distruggendo tutto. Se invece Dio è il servo della vita, è colui che lava i piedi, è colui che dà la vita per amore, allora l’uomo riuscito è quello che sa farsi solidale.

Il potere può essere usato bene o male, può essere appunto il potere per avere tutto in mano e stritolare tutto, o il potere per aprire la mano e dare la mano all’altro: sono due poteri esattamente opposti, potere di vita o di morte.

La storia ci insegna che i capi di questo mondo non è che proprio esercitino il potere per servire la verità, per servire la solidarietà. È importante che il cristiano si impegni in politica coi criteri esattamente opposti alla mentalità padronale, alla mentalità di un falso dio, alla mentalità della menzogna, del sopruso e dell’ingiustizia. Il potere politico, se è posto al servizio del bene comune, è la forma più alta di carità.

Pilato va e viene, dentro sta Gesù, l’innocente, l’oppresso ingiustamente, che proclama la verità, fuori stanno i capi che lo vogliono far fuori perché dice la verità. E

dipende dalla posizione che prende nei confronti della verità, come ogni potente. Se difende la verità che ha davanti e la verità che ha davanti è l’ultimo, è l’oppresso, è il povero, allora il potere è la cosa più sublime che ci sia al mondo, è la possibilità della

giustizia, è la possibilità della difesa dell’ultimo, è la possibilità dell’umanità.

Se invece si ritiene sopra la verità, o al di là della verità, il potere è sostanzialmente malefico e mortifero, è potere di menzogna e di morte, e ne abbiamo abbondante esperienza. Dopo che Gesù ha dato il pane, lo vogliono fare re. Gesù pastore bello, vero re: è colui che espone la sua vita per le sue pecore, per liberarle; non è come i ladri e i briganti che le sfruttano e le uccidono.

Gesù re, che cosa ha fatto?

La prima cosa che ha fatto è stato dare il vino alle nozze, dare amore dove mancava.

La seconda cosa è stato dare vita a chi stava per morire: il figlio del centurione.

La terza cosa è stata far camminare i paralitici, bloccati dai loro sensi di colpa, e dalle leggi che bloccano l’uomo. Invece di porre leggi che inibiscono, dà la libertà.

La quarta cosa è stato dare pane; invece di togliere e di prendere, dà.

La quinta cosa è stata far vedere il cielo, presentando l’uomo nuovo, l’uomo libero, l’uomo che vede il senso della vita, che non è quelle leggi che noi ci inventiamo per difenderci dalla giustizia, per difenderci dagli altri e per aggredire gli altri. L’uomo che sa essere solidale con gli altri come il pastore bello, non grazie alle leggi dei ladri e dei briganti, vive la legge dell’amore, la cui unica legge, il comando ricevuto dal Padre, è saper dare la vita, non togliere la vita. L’unico comando è quello dell’amore.

L’ultima cosa, la sesta, che ha fatto è stato dar la vita a Lazzaro.

Gesù è re, un re che sa dare il pane invece di prenderlo, che sa dar la vita invece di toglierla, che sa liberare dalla legge invece di imporla. Gesù si pone come re, come capo, perché è uno che lava i piedi, è uno che si mette a servizio dell’altro.

Ma con Gesù Dio chi è? È uno che si mette nelle mani degli uomini, non è uno che tiene gli uomini in mano. È uno che lava i piedi e serve, non uno che schiavizza gli altri al proprio servizio.

Lui non è di questo mondo che sottostà alla menzogna e alla violenza, è dal Padre. La sua regalità è di Dio che è Padre che si manifesta nel farsi fratello di tutti.

Gesù contrappone la sua regalità a quella dei capi di questo mondo attraverso i termini di lotta e di violenza; la sua regalità è di pace, non di lotta. Gesù non desidera possedere le persone, asservirle a sé; desidera liberare e dare la vita per le persone;

Dio è il Dio della pace, non della guerra. Dio è il Dio della libertà, non dell’oppressione.

Dio è il Dio di giustizia, che prende la parte degli ultimi.

La verità è che Dio è Padre e noi siamo fratelli. Lui testimonia che Dio è l’Emmanuele, che Dio è il Dio-con-noi. Se vogliamo essere come Dio, dobbiamo essere con gli altri, non contro gli altri.

Gesù dice: “Io sono la verità” e lo dice proprio poche ore prima di andare a finire davanti a Pilato. Lui che è oppresso, legato, condannato, flagellato, crocifisso, è la Verità, Lui è il re di giustizia, Lui è l’uomo della libertà, della verità che fa liberi. Lui è venuto a testimoniare la verità. La parola “testimonianza”, in greco, significa “martirio”. Il cristiano non testimonia la verità e la giustizia a spese degli altri. La testimonia con la parola vera, disposta a pagarla lui.


AUTORE: p. Giovanni Nicoli FONTE SITO WEB CANALE YOUTUBE FACEBOOKINSTAGRAM