p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 2 Novembre 2019

Siamo all’interno del capitolo del Pane. I versetti precedenti a quelli di oggi ci presentano Gesù a cui viene chiesto di dare il Pane che Lui è venuto a portare. Gesù risponde che Io Sono il Pane! La volontà del Padre è che Lui sia Pane per la salvezza del mondo, Pane per tutti, Pane vitale.

Questo ci può fare comprendere come per il Padre ciò che vale di più non sono le nostre opere ma quello che Lui fa per noi. Come Madre ci dona l’Acqua viva che ci disseta e ci lava, come Padre ci dona il Pane disceso dal cielo che ci nutre e ci mette in relazione. Con l’acqua e col pane ci rende figli di quel Dio Madre che nel Figlio va in croce perché da Acqua viva quale è possa donarci se stesso facendo scaturire fiumi di acqua viva dal suo cuore squarciato; va in croce perché quel seme gettato in terra che è germogliato e ha fatto grano buono, possa essere triturato, possa essere lievitato dal Lievito Madre, possa essere cotto e divenire, di conseguenza, cibo buono di vita eterna.

Questa è la volontà del Padre: né croci né dolori, né disgrazie né vita che non è più vita. Tutto questo fa parte della nostra natura, ma non è volontà del Padre. Volontà del Padre e ancor più della Madre è che nessuno si perda, tutti vengano dissetati dall’Acqua viva, tutti ricevano nutrimento dal Pane di amore, nessuno più muoia né di fame né di sete. Questa è la sua volontà. Il peccato è solo questo: non accogliere questa sua volontà. Questa Acqua, questo Pane ci comunicano la sua stessa vita che è l’Amore Spirito Santo che tra Padre e Figlio abbraccia tutti i fratelli. Questa Acqua e questo Pane sono già qui sulla terra, sono già vita eterna qui ed ora, sono inizio della risurrezione futura che è volontà del Padre su di noi, a noi donata grazie al Figlio.

L’acqua e il vento, simboli Materni di Dio, vengono completati dal Pane dove c’è in gioco la Paternità che fa emergere non solo la necessità del cibo, ma anche e soprattutto la libertà, il lavoro e dunque la relazione: lì si gioca il destino dell’uomo. Destino che nulla ha a che vedere con il caso o con il fato, qualcosa di superiore che ci tira delle pare per farci lo sgambetto. Destino che è volontà di amore del Padre/Madre per noi figli, destino è che noi possiamo vivere la vita dando un senso a questa vita che da sé non ne ha. Senso di vita che si concretizza nel condividere acqua e pane, che sono segni concreti della vita di Dio per noi. Acqua e Pane che sono il Cristo che cammina in mezzo a noi e si siede in cima al monte ad attenderci. Acqua e Pane che sono strumenti di condivisione di vita e creatori di relazione, di comunione. Noi che siamo dei gran lavoratori facciamo cose buone, ma se questo, come purtroppo avviene, diventa il fine della nostra vita la nostra vita subisce la fine e perde di senso. Non mi interessa più se noi lavoriamo, mi interessa di più se noi mangiamo insieme e ci dissetiamo condividendo.

È la vita che dona senso al lavoro. Quando il lavoro dona senso alla vita non può che dare un senso di schiavitù dal lavoro e dai suoi risultati. Questo è vero sia quando noi lavoriamo come dannati sia quando noi ce la prendiamo comoda e non facciamo niente più del necessario, anzi qualcosa di meno. Sia che facciamo troppo sia che non facciamo nulla, la nostra vita non dipende da questo perché la nostra vita è ciò che può dare senso al nostro fare. La vita è tale e fiorisce dove fioriscono relazioni senza le quali la vita è morta. Relazioni che per la Trinità sono semplicemente condivisione di Pane e di Acqua/Vino. Senza questo noi facciamo chiacchiere sulla vita, chiacchiere preoccupate di evidenziare i nostri meriti e i demeriti del fratello. Chiacchiere distruttive, non certo chiacchiere che creano relazione e comunione.

Questa dunque è la volontà del Padre che noi viviamo di Lui e in Lui risorgiamo. La vita vera è data da Lui che condivide se stesso con noi. Condivide se stesso grazie al Pane che è simbolo della vita. Il Pane è dono della terra e del cielo. Deve piovere dal cielo sulla terra perché ci possa essere Pane. Ma il Pane è anche frutto del lavoro e della fatica dell’uomo. Nel Pane c’è tutto il nostro bene e tutto il nostro male, c’è fatica e gioia, ci può essere incontro e condivisione oppure allontanamento e accaparramento con la fame conseguente. Cosa c’è di più piccolo e di più buono del Pane? Il Pane è disponibile e appetibile. Il Pane è l’Io Sono, è quel Dio Padre e Madre che è buono come il Pane! Questa è la sua volontà, questa è vita, questa è risurrezione.

Commento a cura di p. Giovanni Nicoli.

Fonte – Scuola Apostolica Sacro Cuore

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO DI OGGI

Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; e io lo risesciterò nell’ultimo giorno.

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 6, 37-40

In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».

Parola del Signore

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