p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 16 Aprile 2019 – Gv 13, 21-33.36-38

La rilettura mistica che Giovanni fa dell’episodio dell’ultima cena, cosa che a noi sembra un po’ cruda, in realtà è stupenda e rivoluzionaria. Non l’abbiamo ancora capita neppure noi dopo 2.000 anni. Giovanni contemplando il Padre in Cristo vede il grande rischio della chiesa che è quello di ridurre il cristianesimo all’andare a messa. Il cristianesimo è celebrare la messa lavando i piedi, ci dice in questo capitolo Giovanni (o baciandoli!).

Tale lavanda dei piedi spalanca le porte della salvezza grazie all’intervento di Giuda che riceve l’ordine da Gesù: “Quello che vuoi fare, fallo presto”. Dalla rilettura dell’ultima cena da parte di Giovanni sembra che Gesù sia d’accordo con Giuda. Lui sa che cosa sta accadendo e affretta quello che deve accadere. Inoltre Giovanni non parla di Giuda che andò ad impiccarsi dopo il tradimento e, ancor di più, Giovanni ci parla di Gesù che dona se stesso a Giuda, colui per il quale ha intinto il boccone dandoglielo da mangiare.

Il grande Ingannatore, Satana, rimane ingannato. In Giuda noi ritroviamo, con Satana, il boccone che l’uomo cerca da sempre, fin dalle origini. Ma questo boccone è il Signore stesso. Siamo nell’ultima cena, il pane è già stato consacrato con la lavanda dei piedi. Il Pane che è Gesù viene dato a Giuda. Da questo boccone Satana, che credeva di averla vinta, sarà sconfitto.

Gesù, che sembra in combutta con Giuda, con le sue parole a Giuda accelera la salvezza. Gesù vuole e ordina ciò che l’amico sta compiendo prendendo su di sé il male dell’amato. Per Dio il male non è cosa necessaria alla vita, ma siccome c’è non si esime di viverlo con la sua fantasia suprema facendone un bene maggiore: lo vince portandolo su di sé per amore!

In questa cena solo Giuda con Giovanni possono capire cosa sta avvenendo. Gesù cerca di allargare il cerchio, ma non vi è comprensione.
Giuda accoglie il boccone che Gesù gli dona ed esce. Esce e si porta con sé il Signore. Satana è entrato in Giuda ma ancor più è entrato Gesù con quell’eucaristia, quel Pane donato. La vera lotta è tra Gesù e il capo di questo mondo, la lotta di Dio non è con gli uomini, tantomeno con Giuda. È la Luce che scaccia le tenebre, non gli ottenebrati o gli illuminati. Chi vincerà? La Tenebra non riesce a catturare la Luce. Dopo questo boccone che Giuda mastica, la tenebra è gravida di Luce.

Nella notte di Giuda e del mondo c’è questo boccone, immerso, dato e accolto. La vicenda di Giuda rimane divinamente aperta, non si parla di suicidio. Giovanni vede oltre i fatti storici e quello che i sinottici non avevano neppure immaginato.

La notte di Giuda è quella in cui cade chi non cammina nel giorno. Anche Giuda è morto. Ma Gesù, nel suo amore vero verso l’amico Giuda, si fa boccone che si immerge nella notte per risvegliare all’amore chi dorme, per risvegliare noi dormiglioni seduti su pregiudizi e su tenebre credute luce.

Commento a cura di p. Giovanni Nicoli.

Fonte – Scuola Apostolica Sacro Cuore

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