Mons. Costantino Di Bruno – Commento alle letture del 8 Ottobre 2019

Il commento alle letture del 8 Ottobre 2019 a cura di  Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).

Seduta ai piedi del Signore

Gio 3,1-10; Sal 129; Lc 10,38-42

Gesù vive la sua umanità con grande, profonda umiltà. È proprio della natura umana aiutare i fratelli, ma anche lasciarsi aiutare da essi. Gesù aiuta portando nella casa degli uomini la vera Parola, grazia, misericordia, consolazione, giustizia, speranza del Padre. Gli uomini gli offrono quanto gli serve per il suo corpo, bisognoso in verità di poche cose: un sasso dove poggiare il capo durante la notte, un po’ di pane per nutrirsi e dell’acqua per dissetarsi. Il di più per Lui è un lusso e non gli appartiene. Questo suo stile semplice di vita lo ha anche consegnato ai suoi Apostoli e discepoli. Anche loro devono entrare nelle case degli uomini portando la loro ricchezza soprannaturale e celeste, lasciandosi però aiutare per le cose necessarie al corpo e alla vita. San Paolo in questo stile di vita è modello per tutti. Lui si lascia aiutare solo per l’essenziale.

Ho provato grande gioia nel Signore perché finalmente avete fatto rifiorire la vostra premura nei miei riguardi: l’avevate anche prima, ma non ne avete avuto l’occasione. Non dico questo per bisogno, perché ho imparato a bastare a me stesso in ogni occasione. So vivere nella povertà come so vivere nell’abbondanza; sono allenato a tutto e per tutto, alla sazietà e alla fame, all’abbondanza e all’indigenza. Tutto posso in colui che mi dà la forza. Avete fatto bene tuttavia a prendere parte alle mie tribolazioni. Lo sapete anche voi, Filippesi, che all’inizio della predicazione del Vangelo, quando partii dalla Macedonia, nessuna Chiesa mi aprì un conto di dare e avere, se non voi soli; e anche a Tessalònica mi avete inviato per due volte il necessario. Non è però il vostro dono che io cerco, ma il frutto che va in abbondanza sul vostro conto. Ho il necessario e anche il superfluo; sono ricolmo dei vostri doni ricevuti da Epafrodìto, che sono un piacevole profumo, un sacrificio gradito, che piace a Dio. Il mio Dio, a sua volta, colmerà ogni vostro bisogno secondo la sua ricchezza con magnificenza, in Cristo Gesù. Al Dio e Padre nostro sia gloria nei secoli dei secoli. Amen (Fil 4,10-20).

Nella casa di Marta e di Maria qualcosa non funziona. Manca lo scambio nel servizio. Maria si lascia servire da Gesù. Servita da Gesù sa come servire Gesù. Marta invece vuole servire Gesù senza lasciarsi servire da Gesù, entra prima nella confusione, poi nel panico, infine in una reazione stolta, insipiente, irragionevole, istintiva. Manifesta tutta la sua insofferenza per un servizio che non riesce a portare a compimento. Maria si lascia servire da Gesù. Sa come servire Gesù. Marta non si lascia servire da Gesù. Non sa come servire Gesù. Questo sta avvenendo ai cristiani dei nostri giorni. Avendo molti di noi deciso di servire Gesù senza lasciarci prima servire da Lui, stiamo portando avanti un servizio affannato, confuso, carente di ogni vera giustizia e soprattutto vera misericordia e carità. Non riusciamo a portare a compimento nessuna cosa. Ci lamentiamo, accusando gli altri di inefficienza. Ognuno chiede agli altri la santità che a lui manca e quella giustizia che è suo compito vivere fino in fondo. Poiché non ci lasciamo servire da Gesù, stiamo consumando invano le nostre preziose energie.

Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».

Gesù ci avvisa. Lo ci lasciamo servire prima da Lui e poi noi serviamo Lui, secondo la vera giustizia, la vera carità, la vera misericordia, la vera santità, o entriamo nel panico, nella confusione, nella stoltezza, nelle reazioni di lamento nei confronti degli altri che a nostro giudizio non fanno quello che dovrebbero fare. I cristiani non possono chiedere ai pagani di fare ciò che essi non fanno. Se i cristiani si lasciassero tutti servire da Cristo, saprebbero a cosa essi sono obbligati e si fermerebbero al loro solo esclusivo servizio. Il cristiano conoscerà quali sono i suoi obblighi solo se si lascerà servire da Gesù. Ma oggi il servizio frenetico che si vuole fare non lascia spazio al cuore e alla mente perché ci si ponga ai piedi di Gesù in ascolto adorante. Siamo nella vanità.

Madre di Dio, Angeli, Santi, disponete i nostri cuori perché si lasciano servire da Gesù.

Fonte@MonsDiBruno

Read more

Local News