Mons. Costantino Di Bruno – Commento alle letture del 8 Luglio 2019

Il commento alle letture del 8 Luglio 2019 a cura di  Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).

Gesù si alzò e lo seguì con i suoi discepoli

Gn 28,10-22a; Sal 90; Mt 9,18-26

L’uomo che va da Gesù crede che Lui può risuscitargli la figlia e per questo gli fa una richiesta molto chiara ed esplicita: “Mia figlia è morta proprio ora, ma vieni, imponi la tua mano su di lei ed ella vivrà”. Quest’uomo trasforma la fede in preghiera. Lui è certo che Gesù può e per questo chiede aiuto. Gesù accoglie l’invito. Si avvia verso la casa di quest’uomo con i suoi discepoli. La fede è relazione purissima con la verità di Dio e di ogni persona di Dio, alla quale il Signore conferisce i suoi poteri. Pertanto la fede diviene relazione anche con la nostra verità. Se noi siamo membri del corpo di Cristo e partecipiamo dei poteri di Cristo, ognuno secondo modalità stabilite dallo Spirito Santo, manchiamo di ogni fede se non crediamo e non confessiamo la nostra verità nelle nostre opere. Oggi è questo il male cristiano. Non si crede che la verità di Dio è verità di Cristo Gesù, che la verità di Cristo Gesù è verità della Chiesa, che la verità della Chiesa è verità di ogni suo figlio. Ogni suo figlio non crede nella verità che gli viene dal sacramento ricevuto e che lo abilita a delle opere specifiche, particolari, personali.

Senza la fede di Cristo nel Padre, non c’è fede vera nel Padre. Senza la fede della Chiesa in Cristo, non c’è fede vera in Cristo. Senza la vera fede del cristiano nella Chiesa, non c’è fede vera nella Chiesa. Non mostrando il cristiano la verità della sua fede al mondo, questi rimane privo della vera fede nel cristiano, nella Chiesa, in Cristo, nel mondo. Gesù, persona dalla fede purissima nella verità, si alza con i suoi discepoli e si incammina. Lungo la strada, una donna, dalla purissima fede in Cristo, gli si accosta, gli tocca il lembo del mantello e guarisce dalla sua malattia incurabile. Gesù vuole che tutti conoscano la verità della fede della donna. Può servire ad ogni altro uomo, ad ogni altra donna. La fede di questa donna dona una verità nuova a Cristo Signore. Si può anche non chiedere con la bocca. Basta che Gesù venga toccato con fede. Noi Gesù lo riceviamo nell’Eucaristia. Lo riceviamo senza fede e la malattia incurabile del nostro peccato rimane per sempre nella nostra anima, nel nostro spirito, nel nostro corpo. Invece se toccassimo Gesù secondo verità di purissima fede, saremmo liberati anche dai mali più persistenti e più inguaribili. La donna ci insegna che ognuno di noi dovrebbe offrire al mondo una verità nuova di Gesù Signore. La sua verità è infinita, eterna, divina, umana. Credere in modo nuovo in Cristo e indicarlo al mondo intero, potrebbe aiutare ogni uomo a scoprire quanto anche a lui serve di Cristo Gesù. Nello Spirito Santo anche questo può essere fatto. Anzi, dovrà essere fatto.

Mentre diceva loro queste cose, giunse uno dei capi, gli si prostrò dinanzi e disse: «Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano su di lei ed ella vivrà». Gesù si alzò e lo seguì con i suoi discepoli. Ed ecco, una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, gli si avvicinò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Diceva infatti tra sé: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò salvata». Gesù si voltò, la vide e disse: «Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata». E da quell’istante la donna fu salvata. Arrivato poi nella casa del capo e veduti i flautisti e la folla in agitazione, Gesù disse: «Andate via! La fanciulla infatti non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma dopo che la folla fu cacciata via, egli entrò, le prese la mano e la fanciulla si alzò. E questa notizia si diffuse in tutta quella regione.

Gesù arriva nella casa del capo e vede i flautisti e la folla in agitazione. Manda tutti via, dicendo che la fanciulla non è morta, ma dorme. Per questa sua affermazione Gesù è deriso. Si pensa che non distingua una persona che dorme da una che è morta. La folla viene allontanata. Lui entra, prende la mano della fanciulla ed essa si alza. Per Gesù la morte non è definitiva. È un momento della nostra esistenza. Alla fine, quando lui verrà per il giudizio finale, chiamerà tutti dai sepolcri, ci risusciterà. La risurrezione però non sarà per tutti uguale. Per quanti fecero il bene sarà di gloria. Per quanti hanno fatto il male, sarà di condanna. Oggi è questa verità che è venuta a mancare alla fede del cristiano. Una fede senza questa verità è inutile perché non si lavora più in vista della beata e gloriosa risurrezione. Ci si abbandona al peccato e ad ogni trasgressione.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che la fede del cristiano sia perfetta in ogni verità.

Fonte@MonsDiBruno

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