Mons. Costantino Di Bruno – Commento alle letture del 7 Ottobre 2019

Il commento alle letture del 7 Ottobre 2019 a cura di  Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).

E chi è mio prossimo?

Gio 1,1- 2,1.11; C Gio 2,2-5.8; Lc 10,25-37

A Gesù viene posta una domanda ben precisa: “Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?”. Per vita eterna si intende in questo contesto la vita dopo la morte, cioè la beatitudine, la pace, la gioia eterna. “Maestro, che cosa devo fare per abitare nella tenda del Signore nell’eternità?”. Gesù rimanda alla Legge antica. È la Scrittura la fonte di ogni sapienza, scienza, conoscenza della volontà di Dio. Si toglie la Scrittura da fonte della conoscenza, verità, scienza, sapienza, si entra nel pensiero dell’uomo. La volontà dell’uomo viene elevata a principio di azione. Non la razionalità, ma la volontà. È bene ciò che l’uomo vuole sia bene ed è male ciò che l’uomo decide sia male. Per volontà il bene è dichiarato male e il male viene elevato a legge di bene. La vita eterna si eredita amando Dio e il prossimo secondo la Legge del Signore.

Va detto subito che nella Scrittura nulla è lasciato alla volontà dell’uomo e neanche nulla alla sua razionalità. La razionalità serve all’uomo per convincersi che quello che Dio ha stabilito come bene è veramente bene e quello che ha dichiarato male è veramente male. Basta aprire gli occhi, basta non chiudere la mente e si vedrà che l’adulterio, il divorzio, il concubinaggio, il libero amore, ogni relazione sessuale al di fuori del matrimonio secondo verità di natura, cioè tra un uomo e una donna, fedele, stabile, duraturo, irreversibile, è fonte di ogni male. Basta usare un po’ d’intelligenza e si potrà constatare come fuori della legge del Signore non c’è vita, perché tutto viene destabilizzato. Tutti i mali sociali, religiosi, civili sono il frutto della non osservanza della Legge del Signore. La vita è nell’obbedienza alla Legge così come essa è stata data. Si obbedisce, si entra nella vita. Si disobbedisce, si cammina un sentiero di morte. Si è nella vita oggi, si passa nella vita eterna domani. Si è nella morte oggi, si trasloca nella morte eterna domani. Dalla vita alla vita, dalla morte alla morte.

Ed ecco, un dottore della Legge si alzò per metterlo alla prova e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai». Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».

Cosa aggiunge di particolare il racconto di Gesù alla Legge del Signore, nella quale tutto è definito, puntualizzato, specificato, detto? Così è scritto nella Legge antica: Quando incontrerai il bue del tuo nemico o il suo asino dispersi, glieli dovrai ricondurre. Quando vedrai l’asino del tuo nemico accasciarsi sotto il carico, non abbandonarlo a se stesso: mettiti con lui a scioglierlo dal carico” (Es 23,4-5). Se tu, uomo, vedendo l’asino del tuo nemico smarrito o accasciato, devi prestare il tuo soccorso, e si tratta di un asino, molto di più devi prestare il soccorso per un uomo. La Legge generale è prima della Legge particolare. Anzi la Legge particolare è a servizio della Legge generale. Tu, sacerdote e levita, vedi un uomo accasciato, mezzo morto. Non devi far finta di non averlo visto. La Legge generale viene prima della legge particolare del tuo stato. Se l’asino non è accasciato o non è smarrito, si entra nella Legge generale che spetta al padrone prendersi cura di esso. La carità generale va organizzata secondo la Legge di Dio. Alla carità immediata si è tutti obbligati.

Madre di Dio, Angeli, Santi, date al cristiano il santo discernimento per vivere la carità.

Fonte@MonsDiBruno

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