Mons. Costantino Di Bruno – Commento alle letture del 5 Aprile 2019

Il commento alle letture del 5 Aprile 2019 a cura di  Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).

Vengo da lui ed egli mi ha mandato

Sap 2,1a.12-22; Sal 33; Gv 7,1-2.10.25-30

Nessuno può fare le opere di Dio, se Dio non è con Lui. Dio è solo con colui che ha chiamato e mandato. Se Dio non chiama e non manda, Lui non è con l’uomo che si dice da Lui mandato. Ci se ne accorge perché le opere sono dalla carne. Non vi è in Lui nessun frutto dello Spirito Santo. Ora sono proprio i frutti dello Spirito Santo che una persona produce che attestano che il Signore è con Lui e che è stato Lui a chiamarlo e a mandarlo. Mosè attesta che Dio lo ha mandato non all’inizio della missione, ma dopo il passaggio del Mar Rosso. Lo attesta anche quando il popolo di Dio è condotto fin nella Transgiordania. Giosuè attesta che Dio lo ha scelto e costituito guida del suo popolo con la conquista della Terra Promessa. Gesù rivela che Lui viene dal Padre e che il Padre lo ha mandato per mezzo di tutte le opere che Lui sta compiendo. Questa verità la confessa anche Nicodemo: “Maestro, sappiamo che sei venuto da Dio, perché nessuno può fare i segni che tu fai, se Dio non è con Lui”.

Dio è solo con colui che ha scelto, chiamato, mandato, che vive nella più alta obbedienza alla sua Parola. Poiché il Padre ha mandato Gesù e costituito Signore, Cristo, Salvatore, Redentore, Mediatore unico nella grazia, nella verità, nella luce, nella vita eterna, nella risurrezione, se noi non crediamo che solo Lui da Dio è stato chiamato e mandato, non possiamo avere salvezza. Dio non salva se non per mezzo di Cristo. Cristo non salva se non per mezzo della Chiesa una, santa, cattolica, apostolica. La Chiesa non salva se non secondo l’esercizio del proprio sacramento di ogni suo figlio. Cristo è dal Padre. La Chiesa è da Cristo. I cristiani sono dalla Chiesa. Senza questa origine soprannaturale non si è salvatori. Chi si slega da questo origine e si separa non dona vera salvezza. L’origine è essenza della vera redenzione. Ognuno è obbligato a manifestare la sua origine. Oggi purtroppo si vuole essere credenti, ma senza alcuna origine, alcun legame, alcuna “generazione” spirituale. Ognuno pretende di farsi da se stesso. Con Dio questo pensiero non vale. Con Lui l’origine è tutto.

Dopo questi fatti, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più percorrere la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo. Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, quella delle Capanne. Ma quando i suoi fratelli salirono per la festa, vi salì anche lui: non apertamente, ma quasi di nascosto. Intanto alcuni abitanti di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere? Ecco, egli parla liberamente, eppure non gli dicono nulla. I capi hanno forse riconosciuto davvero che egli è il Cristo? Ma costui sappiamo di dov’è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia». Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato». Cercavano allora di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettere le mani su di lui, perché non era ancora giunta la sua ora. Molti della folla invece credettero in lui, e dicevano: «Il Cristo, quando verrà, compirà forse segni più grandi di quelli che ha fatto costui?».

Come Gesù è obbligato, perché si creda in Lui, non solo a compiere le opere che solo il Padre può fare con la sua onnipotenza, ma anche a testimoniare la sua origine – sappiamo che per aver dichiarato la sua verità, di vero Figlio dell’uomo che sarebbe venuto sulle nubi del cielo, fu accusato di bestemmia e condannato a morte – così dovrà dirsi di ogni suo discepolo. Ogni cristiano è obbligato a rivelare la sua origine: da Cristo, dagli Apostoli di Gesù, dai loro successori, i Vescovi, e vivere nella comunione con la sua origine, così come Cristo viveva di piena comunione di obbedienza con il Padre, e a questo deve sempre aggiungere le opere che sono il frutto sia del Vangelo da lui vissuto e sia dei doni e dei carismi dello Spirito, manifestati nella loro potenza di salvezza, redenzione, conversione, carità, amore, misericordia. Quest’obbligo è per sempre. Mai viene meno. Ma oggi è si è tagliata ogni comunione con le origini. Si è separato Cristo dal Padre e lo si è dichiarato non più necessario e neanche utile per andare a Dio. Anche ogni comunione con l’origine apostolica si sta tagliando. Rimane ancora in alcuni qualche piccolissimo filo, nulla di più, pronto però a rompersi.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fateci cristiani dalla Chiesa, dagli Apostoli, da Cristo.

Fonte@MonsDiBruno

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