Mons. Costantino Di Bruno – Commento alle letture del 12 Ottobre 2019

Il commento alle letture del 12 Ottobre 2019 a cura di  Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).

Coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!

Gl 4,12-21; Sal 96; Lc 11,27-28

La prima beatitudine della Scrittura è nel Libro del Deuteronomio. Le ultime le troviamo nel Libro dell’Apocalisse. Sono tutte e due intimamente unite alla Parola del Signore.

«Nessuno è pari al Dio di Iesurùn, che cavalca sui cieli per venirti in aiuto e sulle nubi nella sua maestà. Rifugio è il Dio dei tempi antichi e quaggiù lo sono le sue braccia eterne. Ha scacciato davanti a te il nemico e ha intimato: “Distruggi!”. Israele abita tranquillo, la fonte di Giacobbe in luogo appartato, in terra di frumento e di mosto, dove il cielo stilla rugiada. Te beato, Israele! Chi è come te, popolo salvato dal Signore? Egli è lo scudo della tua difesa e la spada del tuo trionfo. I tuoi nemici vorranno adularti, ma tu calcherai il loro dorso» (Dt 33,26-29).

Beato chi legge e Beati coloro che ascoltano le parole di questa profezia e mettono in pratica le cose che vi sono scritte. Perché il tempo è vicino (Ap 1, 3). Poi udii una voce dal cielo che diceva: “Scrivi: Beati fin d’ora, i morti che muoiono nel Signore. Sì, dice lo Spirito, riposeranno dalle loro fatiche, perché le loro opere li seguono” (Ap 14, 13). Ecco, io vengo come un ladro. Beato chi è vigilante e conserva le sue vesti per non andar nudo e lasciar vedere le sue vergogne (Ap 16, 15). Allora l’angelo mi disse: “Scrivi: Beati gli invitati al banchetto delle nozze dell’Agnello!”. Poi aggiunse: “Queste sono parole veraci di Dio” (Ap 19, 9). Beati e santi coloro che prendon parte alla prima risurrezione. Su di loro non ha potere la seconda morte, ma saranno sacerdoti di Dio e del Cristo e regneranno con lui per mille anni (Ap 20, 6). E mi disse: «Queste parole sono certe e vere. Il Signore, il Dio che ispira i profeti, ha mandato il suo angelo per mostrare ai suoi servi le cose che devono accadere tra breve. Ecco, io vengo presto. Beato chi custodisce le parole profetiche di questo libro». Ecco, io vengo presto e ho con me il mio salario per rendere a ciascuno secondo le sue opere. Io sono l’Alfa e l’Omèga, il Primo e l’Ultimo, il Principio e la Fine. Beati coloro che lavano le loro vesti per avere diritto all’albero della vita e, attraverso le porte, entrare nella città. Fuori i cani, i maghi, gli immorali, gli omicidi, gli idolatri e chiunque ama e pratica la menzogna! A chiunque ascolta le parole della profezia di questo libro io dichiaro: se qualcuno vi aggiunge qualcosa, Dio gli farà cadere addosso i flagelli descritti in questo libro; e se qualcuno toglierà qualcosa dalle parole di questo libro profetico, Dio lo priverà dell’albero della vita e della città santa, descritti in questo libro (Cfr. Ap 22,6-19).

La Madre di Gesù è beata perché anche Lei è passata per la via della fede nella Parola del Signore, fatta a Lei pervenire per mezzo dell’Arcangelo Gabriele. La benedizione di Maria è il frutto della beatitudine. La beatitudine è il frutto della fede. Maria ha creduto. Ha concepito. Ha dato al mondo l’Autore della vita, il Figlio dell’Altissimo.

Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei. In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto» (Lc 1,38-45).

Maria non è beata perché ha concepito il Messia del Signore. È beata perché ha creduto, si è consegnata interamente alla Parola del suo Dio. Ha ascoltato. Ha obbedito. Ha consegnato interamente la sua vita a servizio del suo Dio e Signore.

Mentre diceva questo, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!». Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».

La grandezza di Gesù e la sua beatitudine non sono nelle opere che sta compiendo. Le opere sono un frutto. Sono il frutto della sua perfetta obbedienza al Padre suo. Nessuna grandezza umana è vera grandezza se non diviene grandezza eterna nel regno di Dio. Quando diviene grandezza eterna? Quando essa è il frutto della nostra obbedienza al Signore. Senza obbedienza alla Parola, la grandezza è effimera. È fuoco di paglia. Dura un istante. Poi tutto sarà bruciato nel fuoco eterno dell’inferno.

Madre di Dio, Angeli, Santi, otteneteci il dono della più grande obbedienza al Signore.

Fonte@MonsDiBruno

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