Mons. Costantino Di Bruno – Commento alle letture del 11 Aprile 2019

Il commento alle letture del 11 Aprile 2019 a cura di  Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).

Se uno osserva la mia parola

Gn 17,3-9; Sal 104; Gv 8,51-59

È verità. Chi osserva la Parola di Gesù non vedrà la morte in eterno. Non si tratta però della morte fisica. Questa ormai fa parte della natura umana e la si deve subire. Anche se l’uomo con volontà a volte satanica vorrebbe eliminarla ad ogni costo, essa verrà. Si evita una causa, ma non se ne eviteranno altre mille, altre diecimila, che sempre sono in agguato. Se sulla terra ci fosse un solo luogo dove la morte si potesse evitare, tutti si metterebbero in fila per accedervi. Se l’uomo entra nella Parola del Signore, la osserva, la vive, questa morte non avrà alcun potere su di lui. Gesù, che visse tutta la Parola del Padre, andò volontariamente alla morte. Si è offerto con piena decisione ad essa, facendo del suo corpo un sacrificio e un olocausto di salvezza e di redenzione. Neanche questa morte lo ha governato. Lui ha governato la morte. Non la morte Lui. Quando non si è nella Parola del Signore, anche della morte fisica siamo schiavi. Siamo schiavi perché ci sentiamo oppressi da essa e vogliamo eliminarla. Ma anche siamo schiavi perché essa ci governa e ci obbliga ad accelerarla peccando contro la Parola del Signore che vieta ad ogni uomo sia di togliere la vita che di togliersela. Oggi le schiavitù della morte fisica sono innumerevoli. Molti vedono la morte degli altri come la liberazione dei loro problemi e per questo privano i loro fratelli della vita. I problemi invece rimangono sia nel tempo che nell’eternità. La liberazione è dalla Parola. È nella Parola. Nessuno speri di eliminare i problemi con la morte. Diventano eterni.

Gesù parla della morte spirituale. Si tratta di quella morte che è frantumazione dell’uomo interiore i cui effetti si riversano sul nostro corpo e sull’intera umanità e creazione. Chi è fuori della Parola di Gesù, manca della grazia che vivifica la sua anima. È privo dello Spirito Santo che dona conoscenza, sapienza, scienza, fortezza, intelletto, timore del Signore, pietà al suo spirito. Manca dell’amore del Padre che lo costituisce vero strumento del suo amore. Fuori della Parola, l’uomo è in tutto simile ad un albero secco quanto alla sua anima e al suo spirito. Rimane però tutta la malvagità, la cattiveria, la concupiscenza, che lo spinge ad ogni sorta di male. Rimane il vizio che lo corrompe e lo induce ad ogni azione di corruzione. Fuori dalla Parola, l’uomo è in tutto simile ad una barca in un mare in tempesta senza alcun timone. Il vento la porta dove lui vuole. Così dicasi dell’uomo. La concupiscenza lo spinge in ogni direzione di male. Questa verità non ha bisogno di prove. È sufficiente osservare quanto avviene sotto i nostri occhi e sapremo che ogni Parola di Gesù è infallibilmente vera.

In verità, in verità io vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno». Gli dissero allora i Giudei: «Ora sappiamo che sei indemoniato. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: “Se uno osserva la mia parola, non sperimenterà la morte in eterno”. Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti. Chi credi di essere?». Rispose Gesù: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria sarebbe nulla. Chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: “È nostro Dio!”, e non lo conoscete. Io invece lo conosco. Se dicessi che non lo conosco, sarei come voi: un mentitore. Ma io lo conosco e osservo la sua parola. Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e fu pieno di gioia». Allora i Giudei gli dissero: «Non hai ancora cinquant’anni e hai visto Abramo?». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono». Allora raccolsero delle pietre per gettarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio.

Oggi Cristo opera il dono della sua Parola, lo Spirito Santo compie la rigenerazione, il Padre riversa nei cuori tutto il suo amore, per mezzo dell’azione sacramentale della Chiesa, attraverso gli amministratori dei suoi misteri di grazia, luce, verità. Se i ministri di Cristo si dedicano alle cose della terra, anziché rispettare il mandato ricevuto, altro non fanno che porsi a servizio della morte e non della vita. I poveri non sono quelli che mancano di un pezzo di pane. Sono quanti mancano del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Sono quanti mancano della Chiesa e dei ministri di Dio. Povero è colui che non viene nutrito con la grazia e la verità di Gesù Signore. È la vera povertà.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che mai confondiamo la vera povertà con la falsa.

Fonte@MonsDiBruno

Read more

Local News