Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 9 Marzo 2022

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MERCOLEDÌ 09 MARZO – PRIMA SETTIMANA DI QUARESIMA [C]

Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Ninive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona.

In Ninive Giona non fece alcun segno. Disse appena pochissime parole: “Ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta”. Per queste parole tutta la città si è convertita. Ha abbandonato la sua condotta malvagia. Ecco invece cosa narra la Scrittura della Regina di Saba: “La regina di Saba, sentita la fama di Salomone, dovuta al nome del Signore, venne per metterlo alla prova con enigmi. Arrivò a Gerusalemme con un corteo molto numeroso, con cammelli carichi di aromi, d’oro in grande quantità e di pietre preziose.

Si presentò a Salomone e gli parlò di tutto quello che aveva nel suo cuore. Salomone le chiarì tutto quanto ella gli diceva; non ci fu parola tanto nascosta al re che egli non potesse spiegarle.  La regina di Saba, quando vide tutta la sapienza di Salomone, la reggia che egli aveva costruito, i cibi della sua tavola, il modo ordinato di sedere dei suoi servi, il servizio dei suoi domestici e le loro vesti, i suoi coppieri e gli olocausti che egli offriva nel tempio del Signore, rimase senza respiro.

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Quindi disse al re: «Era vero, dunque, quanto avevo sentito nel mio paese sul tuo conto e sulla tua sapienza! Io non credevo a quanto si diceva, finché non sono giunta qui e i miei occhi non hanno visto; ebbene non me n’era stata riferita neppure una metà! Quanto alla sapienza e alla prosperità, superi la fama che io ne ho udita. Beati i tuoi uomini e beati questi tuoi servi, che stanno sempre alla tua presenza e ascoltano la tua sapienza! Sia benedetto il Signore, tuo Dio, che si è compiaciuto di te così da collocarti sul trono d’Israele, perché il Signore ama Israele in eterno e ti ha stabilito re per esercitare il diritto e la giustizia» (1Re 10,1-9). Neanche Salomone fece un qualche segno o miracolo. Lui ha solamente parlato. Eppure la Regina di Saba fece un lunghissimo viaggio per ascoltare la sapienza di Salomone. Dinanzi a tanta luce rimase senza parole.

Viene Gesù. Lui è la Sapienza e la Luce eterna che si fa carne. È anche l’Onnipotenza divina con la quale compie miracoli, segni, prodigi senza numero. Eppure la generazione che visse ai tempi di Gesù gli chiede un segno inconfondibile che attesti che Lui veramente è il Messia del Signore. È verità che ognuno deve sapere: alla fede non si giunge attraverso i segni. Si giunge invece per la via della Parola di Dio che si compie nella nostra storia. Ogni Parola proferita da Gesù si è compiuta. Il compimento della Parola attesta che veramente Lui è inviato da Dio per portarci la Parola di Dio, così che ognuno si converta ad essa.

Giona convertì una intera città con la Parola di Dio. Salomone attirò a Gerusalemme la Regina di Saba con la sua straordinaria sapienza. Gesù attrae per i molti segni e miracoli che compie, però non c’è conversione alla sua Parola. Si accolgono i miracoli. Si cercano. Ma non ci si converte alla sua Parola. Anzi si chiede un segno che attesti che Lui è veramente da Dio. Gesù non dona nessun segno. La sua presenza è segno. La sua Parola è segno. Tutte le sue opere sono segno. Chi è di buona volontà potrà convertirsi. Chi non è di buona volontà, nessun segno mai lo smuoverà dalla sua non fede o dalla sua incredulità.

LEGGIAMO IL TESTO DI Lc 11,29-32

Gesù oggi mette in luce una verità che dovrà essere ben compresa. Il giudizio del Signore si celebrerà per noi secondo la misura dei doni che Lui ci ha elargito. Un cristiano sarà giudicato come cristiano. Un pagano come pagano. Uno a cui nessuno mai ha predicato Cristo Gesù come uno che mai ha potuto conoscere il suo Salvatore e Redentore. Più grazia si riceve dal Signore e più rigoroso sarà il giudizio del nostro Dio. Un tempo nei libri di ascetica si leggeva che un battezzato entra nel regno dei cieli per una via alquanto larga.

Questa via inizia a restringersi per un cresimato. Per un diacono diventa un viottolo spesso anche angusto. Per un presbitero la porta si restringe così tanto che a stento riesce a passare. Per un vescovo essa si chiude interamente e vi rimane solo qualche fessura. Un papa deve entrare a porte chiuse. Per lui non ci sarà neanche una fessura. Questo significa che il giudizio è in misura della nostra responsabilità dinanzi al mondo e della missione e di conseguenza della grazia che ci è stata donata.

Ma oggi questa visione antica è rigettata. Non solo non vi è un differente giudizio per ogni persona, in misura del suo ministero, dei suoi doni di grazia e di verità. Non c’è neanche più giudizio. Questo significa che ormai il Vangelo, la Scrittura sacra, la sana Dottrina non fa più parte della fede del cristiano. Tutto è stato sostituito dalla falsità e della menzogna. Edificare una religione sulla falsità è condannarsi alle tenebre senza ritorno. Madre di Dio, vieni in nostro aiuto. Non permettere che la falsità inquini la nostra purissima fede.