Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 8 Marzo 2021

Tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno

LUNEDÌ 8 MARZO (Lc 4,24-30)

Il vero missionario del Signore Dio fin da subito è messo dinanzi alla non fede di coloro presso i quali è mandato per annunciare la divina volontà. Succede con Mosè: “Allora gli scribi degli Israeliti vennero dal faraone a reclamare, dicendo: «Perché tratti così noi tuoi servi? Non viene data paglia ai tuoi servi, ma ci viene detto: “Fate i mattoni!”. E ora i tuoi servi sono bastonati e la colpa è del tuo popolo!». Rispose: «Fannulloni siete, fannulloni! Per questo dite: “Vogliamo partire, dobbiamo sacrificare al Signore”. Ora andate, lavorate! Non vi sarà data paglia, ma dovrete consegnare lo stesso numero di mattoni». Gli scribi degli Israeliti si videro in difficoltà, sentendosi dire: «Non diminuirete affatto il numero giornaliero dei mattoni». Usciti dalla presenza del faraone, quando incontrarono Mosè e Aronne che stavano ad aspettarli, dissero loro: «Il Signore guardi a voi e giudichi, perché ci avete resi odiosi agli occhi del faraone e agli occhi dei suoi ministri, mettendo loro in mano la spada per ucciderci!». Allora Mosè si rivolse al Signore e disse: «Signore, perché hai maltrattato questo popolo? Perché dunque mi hai inviato? Da quando sono venuto dal faraone per parlargli in tuo nome, egli ha fatto del male a questo popolo, e tu non hai affatto liberato il tuo popolo!»” (Es 5.15-23). Geremia è avvisato. Il popolo gli muoverà guerra: “Tu, dunque, stringi la veste ai fianchi, àlzati e di’ loro tutto ciò che ti ordinerò; non spaventarti di fronte a loro, altrimenti sarò io a farti paura davanti a loro. Ed ecco, oggi io faccio di te come una città fortificata, una colonna di ferro e un muro di bronzo contro tutto il paese, contro i re di Giuda e i suoi capi, contro i suoi sacerdoti e il popolo del paese. Ti faranno guerra, ma non ti vinceranno, perché io sono con te per salvarti». Oracolo del Signore” (Ger 1,17-19).

Lo sdegno contro Cristo Signore da parte degli abitanti di Nazaret attesta che Lui è veramente vero profeta del Dio vivente. Il popolo sempre applaude ai falsi profeti, perché gli profetizzano falsità, illusioni, menzogne. Il vero profeta invece comunica solo la volontà del loro Dio. Non ha altre mansioni o mandati.

In quel tempo, Gesù [cominciò a dire nella sinagoga a Nàzaret:] «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova a Sarepta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

Gli abitanti di Nazaret vorrebbero che Gesù attestasse la verità delle sue parole con segni e prodigi. Lui risponde loro che i profeti non sono mandati per fare miracoli o prodigi e neanche per dare segni che provino la verità di quanto asserito. I profeti hanno come segno la loro parola. Quanto essi dicono si compie sempre. Basta sapere attendere, ma sempre il compimento seguirà. La Parola di Gesù ha due compimenti, anzi tre: uno nell’immediato, il secondo nella storia, il terzo nell’eternità. Il compimento immediato attesta che anche gli altri due si compiranno secondo la verità contenuta nella parola. Gli abitanti di Nazaret vogliono gettare Gesù dalla rupe sulla quale la loro città era costruita. Il Padre spacca in due la folla così come un tempo aveva spaccato il Mar Rosso. Gesù passa in mezzo e se ne va per la sua strada a predicare il Vangelo in altri villaggi della Galilea. Questo segno deve attestare loro che i veri profeti non sono nelle mani degli uomini. Lo saranno quando il Signore lo permetterà loro. Fino a quel tempo, essi devono svolgere la missione loro affidata. È questo un grandissimo segno che Gesù dona ai suoi concittadini: la mia vita è nelle mani del Padre che mi ha mandato e non nelle vostre mani. Oggi voi nulla potete contro di me. Ora però Gesù sa quali difficoltà lo attendono. La gente verrà per ricevere miracoli. Verrà perché si attende da Gesù la liberazione da ogni forma di schiavitù e di sofferenza. Quanto alla fede nella sua Parola è tutt’altra cosa. La fede nasce se irrorata con il sangue.

Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fate che per la nostra vita sorga tanta fede.

Fonte@MonsDiBruno

Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.

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