Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 31 Agosto 2020

Lo Spirito del Signore è sopra di me

LUNEDÌ 31 AGOSTO (Lc 4,16-30)

Di Gesù è detto nel Vangelo secondo Giovanni che Lui darà lo Spirito senza misura a coloro che credono in Lui: “Chi viene dall’alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla secondo la terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti. Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua testimonianza. Chi ne accetta la testimonianza, conferma che Dio è veritiero. Colui infatti che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dà lo Spirito. Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui” (Gv 3,31-36). Se Gesù dona lo Spirito Sanza misura è perché Lui lo ha ricevuto senza misura. Il Padre lo ha riversato tutto su di Lui, riversando anche tutto se stesso. Gesù abita nel seno dello Spirito e nel seno del Padre. In Lui vi è tutta la verità del Padre e la potenza dello Spirito.

Il Messia del Signore è già annunziato pieno, colmo di Spirito Santo: “Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici. Su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e d’intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore. Si compiacerà del timore del Signore. Non giudicherà secondo le apparenze e non prenderà decisioni per sentito dire; ma giudicherà con giustizia i miseri e prenderà decisioni eque per gli umili della terra. Percuoterà il violento con la verga della sua bocca, con il soffio delle sue labbra ucciderà l’empio. La giustizia sarà fascia dei suoi lombi e la fedeltà cintura dei suoi fianchi” (Is 11,1-5). Che Gesù sia pieno dello Spirito del Signore lo attesta la sua sapienza, con la quale dialoga con gli abitanti di Nazaret. Con sottile intelligenza sposta il discorso dal suo essere Messia al suo essere vero profeta di Dio. Il profeta di Dio è riconosciuto vero per la Parola da lui proferita che si compie sempre. Il profeta non è per i miracoli, ma per la Parola. Che sia tutto nel Padre è rivelato dalla folla che si spacca in due, così come in due si è spaccato il Mar Rosso. Lui passa in mezzo e se ne va per la sua strada. Il loro intento omicida si infrange contro la rupe del padre.

In quel tempo, Gesù venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore». Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova a Sarepta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

Chi vuole vivere secondo piena obbedienza la sua missione e vocazione, deve essere corpo di Cristo, colmo della sua grazia, e deve abitare nel seno dell’amore del Padre e nel seno della sapienza dello Spirito Santo. Ogni vocazione e missione attinge vita e linfa sempre nuova dal mistero della Beata Trinità, che è oggi mistero del Verbo Incarnato. Chi non è piantato nel mistero della Trinità, per il mistero del Verbo Incarnato, vive vocazione e missione che vengono dal cuore dell’uomo, mai dal cuore del Padre. È vocazione e missione che non produce alcun frutto di salvezza soprannaturale. Senza salvezza soprannaturale muore ogni vera misericordia.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fateci missionari di vera salvezza in Cristo e nello Spirito.

Fonte@MonsDiBruno

Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.

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