Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 3 Agosto 2020

Il commento alle letture del 3 agosto 2020 a cura di  Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).

Tutti mangiarono a sazietà

LUNEDÌ 3 AGOSTO (Mt 14,13-21)

Nel deserto il popolo si nutriva di manna. Essa andava raccolta. Ognuno portava a casa la misura giusta, quanta era sufficiente per nutrire tutti i membri della famiglia. Tutti mangiavano a sazietà. Nessuno ne aveva di meno e nessuno ne aveva di più. Ogni notte Dio la faceva scendere fresca dal cielo: “Il Signore disse a Mosè: «Ho inteso la mormorazione degli Israeliti. Parla loro così: “Al tramonto mangerete carne e alla mattina vi sazierete di pane; saprete che io sono il Signore, vostro Dio”». La sera le quaglie salirono e coprirono l’accampamento; al mattino c’era uno strato di rugiada intorno all’accampamento. Quando lo strato di rugiada svanì, ecco, sulla superficie del deserto c’era una cosa fine e granulosa, minuta come è la brina sulla terra. Gli Israeliti la videro e si dissero l’un l’altro: «Che cos’è?», perché non sapevano che cosa fosse. Mosè disse loro: «È il pane che il Signore vi ha dato in cibo. Ecco che cosa comanda il Signore: “Raccoglietene quanto ciascuno può mangiarne, un omer a testa, secondo il numero delle persone che sono con voi. Ne prenderete ciascuno per quelli della propria tenda”». Così fecero gli Israeliti. Ne raccolsero chi molto, chi poco.

Si misurò con l’omer: colui che ne aveva preso di più, non ne aveva di troppo; colui che ne aveva preso di meno, non ne mancava. Avevano raccolto secondo quanto ciascuno poteva mangiarne. Mosè disse loro: «Nessuno ne faccia avanzare fino al mattino». Essi non obbedirono a Mosè e alcuni ne conservarono fino al mattino; ma vi si generarono vermi e imputridì. Mosè si irritò contro di loro. Essi dunque ne raccoglievano ogni mattina secondo quanto ciascuno mangiava; quando il sole cominciava a scaldare, si scioglieva” (Es 16,11-21). La misura di Dio è sempre senza misura. Se l’uomo si liberasse dalla sua ingordigia, avarizia, del vizio della gola e dell’intemperanza, la terra benedetta dal Signore produce tanto nutrimento da poter sfamare l’intera umanità. Il Libro della Sapienza rivela che questo cibo prodigioso si adattava al gusto di chi lo mangiava. Tutti mangiano lo stesso cibo, ognuno lo gusta in modo differente. Tutti mangiano lo stesso Corpo e Sangue di Cristo e ognuno lo gusta secondo la sua fede, la sua carità, la sua speranza, la sua obbedienza: “Invece hai sfamato il tuo popolo con il cibo degli angeli, dal cielo hai offerto loro un pane pronto senza fatica, capace di procurare ogni delizia e soddisfare ogni gusto. Questo tuo alimento manifestava la tua dolcezza verso i figli, si adattava al gusto di chi ne mangiava, si trasformava in ciò che ognuno desiderava” (Sap 16,20-21). Non esiste mistero più grande dell’Eucaristia. Dio si fa cibo in Cristo dei suoi fedeli.

In quel tempo, avendo udito [della morte di Giovanni Battista], Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte. Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentì compassione per loro e guarì i loro malati. Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare». Gli risposero: «Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!». Ed egli disse: «Portatemeli qui». E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.

È giusto che ci chiediamo: perché oggi molti cristiani, pur mangiando il Corpo e bevendo il sangue di Cristo, tornano a casa con più fame di quando sono entrati nella Chiesa? Perché molti non si saziano? Perché mangiano l’Eucaristia come fosse solo pane. E anche perché non si nutrono della Parola. Prima di ogni cosa perché la Parola di Cristo Gesù oggi è servita con molte parole umane che la deturpano nella sua bellezza di verità eterna. E poi anche perché da più parti si insegna che a nulla serve Cristo per avere la salvezza celeste. Se Cristo non serve, a che serve il suo Vangelo, a che serve la sua Eucaristia? L’Eucaristia sazia se è ricevuta con fede. La si riceve senza fede, mai potrà saziare. Ma la fede vera nasce dalla Parola vera, mai dalla falsa.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che la Parola della vera fede risuoni in ogni cuore.

Fonte@MonsDiBruno

Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.

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