Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 24 Ottobre 2020

Padrone, lascialo ancora quest’anno

SABATO 24 OTTOBRE (Lc 13,1-9)

Il popolo di Dio è divenuto albero infruttuoso. Non produce più il bene, ma solo il male. La sua condizione spirituale è miserevole. Spetta al profeta del Dio vivente manifestare la triste realtà nella quale il popolo vive, rivelando che le origini di ogni calamità che lo avvolge è nella dimenticanza della legge del Signore. Ma spetta ai sacerdoti alzare la loro voce per chiedere al Signore il perdono, nella conversione e nel grande pentimento: “Suonate il corno in Sion e date l’allarme sul mio santo monte! Tremino tutti gli abitanti della regione perché viene il giorno del Signore, perché è vicino, giorno di tenebra e di oscurità, giorno di nube e di caligine. Come l’aurora, un popolo grande e forte si spande sui monti: come questo non ce n’è stato mai e non ce ne sarà dopo, per gli anni futuri, di età in età. Davanti a lui un fuoco divora e dietro a lui brucia una fiamma. Come il giardino dell’Eden è la terra davanti a lui e dietro a lui è un deserto desolato, niente si salva davanti a lui. Il suo aspetto è quello di cavalli, anzi come destrieri che corrono; come fragore di carri che balzano sulla cima dei monti, come crepitìo di fiamma avvampante che brucia la stoppia, come un popolo forte schierato a battaglia. Davanti a lui tremano i popoli, tutti i volti impallidiscono. Corrono come prodi, come guerrieri che scalano le mura; ognuno procede per la propria strada, e non perde la sua direzione. Nessuno intralcia l’altro, ognuno va per la propria via. Si gettano fra i dardi, ma non rompono le file. Piombano sulla città, si precipitano sulle mura, salgono sulle case, entrano dalle finestre come ladri”.

Davanti a lui la terra trema, il cielo si scuote, il sole, la luna si oscurano e le stelle cessano di brillare. Il Signore fa udire la sua voce dinanzi alla sua schiera: molto grande è il suo esercito, potente nell’eseguire i suoi ordini! Grande è il giorno del Signore, davvero terribile: chi potrà sostenerlo? «Or dunque – oracolo del Signore –, ritornate a me con tutto il cuore, con digiuni, con pianti e lamenti. Laceratevi il cuore e non le vesti, ritornate al Signore, vostro Dio, perché egli è misericordioso e pietoso, lento all’ira, di grande amore, pronto a ravvedersi riguardo al male». Chi sa che non cambi e si ravveda e lasci dietro a sé una benedizione? Offerta e libagione per il Signore, vostro Dio. Suonate il corno in Sion, proclamate un solenne digiuno, convocate una riunione sacra. Radunate il popolo, indite un’assemblea solenne, chiamate i vecchi, riunite i fanciulli, i bambini lattanti; esca lo sposo dalla sua camera e la sposa dal suo talamo. Tra il vestibolo e l’altare piangano i sacerdoti, ministri del Signore, e dicano: «Perdona, Signore, al tuo popolo e non esporre la tua eredità al ludibrio e alla derisione delle genti». Perché si dovrebbe dire fra i popoli: «Dov’è il loro Dio?». Il Signore si mostra geloso per la sua terra e si muove a compassione del suo popolo” (Gl 2,1-18). La preghiera da sola non basta. Occorre che il popolo venga illuminato, ammaestrato. Ad esso va insegnata nuovamente la Legge. Esso va istruito sulle verità della sua fede e sugli obblighi da essa derivanti.

In quel tempo, si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo». Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Taglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».

Il Sacerdote, essendo il ministro della grazia e della verità, della Parola e del dono della vita eterna, mentre intercede insegna e mentre insegna intercede. Sono due azioni essenziali del suo ministero. È lui che, mentre illumina il popolo con la luce del suo Dio, deve chiedere la conversione e il perdono dei peccati, invitando al pentimento.

Madre di Dio, Angeli, Santi, date alla Chiesa presbiteri secondo il cuore di Cristo Gesù.

Fonte@MonsDiBruno

Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.

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