Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 24 Gennaio 2020

Il commento alle letture del 24 gennaio 2020 a cura di  Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).

Perché stessero con lui e per mandarli a predicare

VENERDÌ 24 GENNAIO (Mc 3,13-19)

Nell’Antico Testamento nessun profeta sceglieva i profeti che avrebbero continuato la sua missione dopo di lui. Solo a Elia il Signore comanda di scegliere Eliseo per essere domani profeta dopo di lui: “Il Signore gli disse: «Su, ritorna sui tuoi passi verso il deserto di Damasco; giunto là, ungerai Cazaèl come re su Aram. Poi ungerai Ieu, figlio di Nimsì, come re su Israele e ungerai Eliseo, figlio di Safat, di Abel-Mecolà, come profeta al tuo posto. Se uno scamperà alla spada di Cazaèl, lo farà morire Ieu; se uno scamperà alla spada di Ieu, lo farà morire Eliseo. Io, poi, riserverò per me in Israele settemila persone, tutti i ginocchi che non si sono piegati a Baal e tutte le bocche che non l’hanno baciato». Partito di lì, Elia trovò Eliseo, figlio di Safat. Costui arava con dodici paia di buoi davanti a sé, mentre egli stesso guidava il dodicesimo. Elia, passandogli vicino, gli gettò addosso il suo mantello. Quello lasciò i buoi e corse dietro a Elia, dicendogli: «Andrò a baciare mio padre e mia madre, poi ti seguirò». Elia disse: «Va’ e torna, perché sai che cosa ho fatto per te». Allontanatosi da lui, Eliseo prese un paio di buoi e li uccise; con la legna del giogo dei buoi fece cuocere la carne e la diede al popolo, perché la mangiasse. Quindi si alzò e seguì Elia, entrando al suo servizio” (1Re 19,15-21). Nessun profeta riceve una missione uguale a quella di un altro profeta. Ma ognuno svolge un ministero assai particolare, unico nella storia della salvezza.

Eliseo sa che senza lo Spirito del Signore nessuna missione potrà essere svolta e chiede a Elia in eredità due terzi del suo Spirito. Vuole essere realmente il suo erede: Cinquanta uomini, tra i figli dei profeti, li seguirono e si fermarono di fronte, a distanza; loro due si fermarono al Giordano. Elia prese il suo mantello, l’arrotolò e percosse le acque, che si divisero di qua e di là; loro due passarono sull’asciutto. Appena furono passati, Elia disse a Eliseo: «Domanda che cosa io debba fare per te, prima che sia portato via da te». Eliseo rispose: «Due terzi del tuo spirito siano in me». Egli soggiunse: «Tu pretendi una cosa difficile! Sia per te così, se mi vedrai quando sarò portato via da te; altrimenti non avverrà». Mentre continuavano a camminare conversando, ecco un carro di fuoco e cavalli di fuoco si interposero fra loro due. Elia salì nel turbine verso il cielo. Eliseo guardava e gridava: «Padre mio, padre mio, carro d’Israele e suoi destrieri!». E non lo vide più. Allora afferrò le proprie vesti e le lacerò in due pezzi. Quindi raccolse il mantello, che era caduto a Elia, e tornò indietro, fermandosi sulla riva del Giordano” (2Re 2,7-13). Con Gesù non ci sono eredi e neanche successori. Lui è l’Immortale, perché il Risorto. È il Vivente Eterno. È il Mediatore unico tra il Padre e l’Umanità. Tutto deve avvenire in Lui, con Lui, per Lui. I discepoli devono stare con Lui perché imparino come si obbedisce al Padre in ogni cosa. Domani la loro missione, che dovrà essere vissuta con il suo Santo Spirito, si potrà compiere solo se essi avranno imparato dal Maestro come si ascolta il Signore.

In quel tempo, Gesù salì sul monte, chiamò a sé quelli che voleva ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici – che chiamò apostoli –, perché stessero con lui e per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demòni. Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro, poi Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè “figli del tuono”; e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo, figlio di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda Iscariota, il quale poi lo tradì.

La volontà del Padre è volontà di Cristo. La volontà di Cristo dovrà essere volontà dei discepoli assieme all’obbedienza di Cristo al Padre. Se essi non impareranno come si obbedisce a Cristo nello Spirito Santo, la missione di Gesù per essi naufragherà. Essa mai potrà produrre salvezza e redenzione, perché questi frutti li produce solo la grande obbedienza a Cristo nello Spirito Santo. Eliseo chiede a Elia due terzi del suo Spirito. Gesù dona il suo Spirito tutto a tutti. Il suo Spirito è però Spirito di comunione ed opera frutti di vita eterna solo nella grande comunione degli Apostoli e di tutto il corpo di Cristo. Quando si esce dalla comunione, non è lo Spirito di Cristo Gesù che opera, ma ognuno è mosso e spinto solo dal suo cuore. Questa verità mai va dimenticata.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che i discepoli di Gesù vivano di perfetta comunione.

Fonte@MonsDiBruno

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