Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 23 Novembre 2019

Il commento alle letture del 23 Novembre 2019 a cura di  Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).

E non osavano più rivolgergli alcuna domanda

1 Mac 6,1-13; Sal 9; Lc 20,27-40

Le domande rivolte a Gesù non sono umili, sincere, vere richieste di luce, sono invece delle trappole armate dinanzi a Cristo Signore per farlo cadere in modo da poterlo accusare di peccato contro la Legge Santa e così ucciderlo in modo legale e pacifico. Sappiamo che ogni alterazione della Legge era dichiarazione di maledizione. Si voleva giungere a dichiarare Gesù un maledetto. Sarebbe seguita la lapidazione. La stessa Apocalisse termina con una dichiarazione di perdizione eterna per quanti altereranno o modificheranno le parole della profezia data da Gesù a Giovanni.

 “Maledetto l’uomo che fa un’immagine scolpita o di metallo fuso, abominio per il Signore, lavoro di mano d’artefice, e la pone in luogo occulto!”. Tutto il popolo risponderà e dirà: “Amen”. “Maledetto chi maltratta il padre e la madre!”. Tutto il popolo dirà: “Amen”. “Maledetto chi sposta i confini del suo prossimo!”. Tutto il popolo dirà: “Amen”. “Maledetto chi fa smarrire il cammino al cieco!”. Tutto il popolo dirà: “Amen”. “Maledetto chi lede il diritto del forestiero, dell’orfano e della vedova!”. Tutto il popolo dirà: “Amen”. “Maledetto chi si unisce con la moglie del padre, perché solleva il lembo del mantello del padre!”. Tutto il popolo dirà: “Amen”. “Maledetto chi giace con qualsiasi bestia!”. Tutto il popolo dirà: “Amen”. “Maledetto chi giace con la propria sorella, figlia di suo padre o figlia di sua madre!”. Tutto il popolo dirà: “Amen”. “Maledetto chi giace con la suocera!”. Tutto il popolo dirà: “Amen”. “Maledetto chi colpisce il suo prossimo in segreto!”. Tutto il popolo dirà: “Amen”. “Maledetto chi accetta un regalo per condannare a morte un innocente!”. Tutto il popolo dirà: “Amen”. “Maledetto chi non mantiene in vigore le parole di questa legge, per metterle in pratica!”. Tutto il popolo dirà: “Amen” (Dt 27,14-26).

A chiunque ascolta le parole della profezia di questo libro io dichiaro: se qualcuno vi aggiunge qualcosa, Dio gli farà cadere addosso i flagelli descritti in questo libro; e se qualcuno toglierà qualcosa dalle parole di questo libro profetico, Dio lo priverà dell’albero della vita e della città santa, descritti in questo libro (Ap 22,18-19).

Una velata sentenza di maledizione era già stata pronunciata da Gesù. Bastava che fosse stata resa maledizione evidente e per Lui sarebbe stata la fine. Perché questo fosse possibile, farisei, scribi, sadducei si accanirono con ogni domanda tendenziosa.

Le guardie tornarono quindi dai capi dei sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: «Perché non lo avete condotto qui?». Risposero le guardie: «Mai un uomo ha parlato così!». Ma i farisei replicarono loro: «Vi siete lasciati ingannare anche voi? Ha forse creduto in lui qualcuno dei capi o dei farisei? Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!». Allora Nicodèmo, che era andato precedentemente da Gesù, ed\ era uno di loro, disse: «La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?». Gli risposero: «Sei forse anche tu della Galilea? Studia, e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta!». E ciascuno tornò a casa sua (Gv 7,45-53).

Gesù è colmato di Spirito Santo. Nessuno può resistere alla sua sapienza divina e umana insieme. Alla fine si decide che bisogna passare per altre vie. La via delle domande è vera perdita di tempo. Gesù è oltre ogni sapienza, scaltrezza, furbizia, intelligenza dell’uomo. Le sue risposte sono purissima verità secondo la Legge.

Gli si avvicinarono alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie». Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui». Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». E non osavano più rivolgergli alcuna domanda.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fateci veri cercatori di sapienza nello Spirito Santo.

Fonte@MonsDiBruno

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