Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 23 Marzo 2021

Colui che mi ha mandato è con me

MARTEDÌ 23 MARZO (Gv 8,21-30)

Quando il Padre è con una persona, questa potrà svolgere la sua missione con la certezza che quanto accade, anche la crocifissione e la morte, sono vie per portare a compimento la missione. Leggiamo questa verità alla luce del Salmo: “Renderò grazie al Signore con tutto il cuore, annuncerò tutte le tue meraviglie. Gioirò ed esulterò in te, canterò inni al tuo nome, o Altissimo, mentre i miei nemici tornano indietro, davanti a te inciampano e scompaiono, perché hai sostenuto il mio diritto e la mia causa: ti sei seduto in trono come giudice giusto. Hai minacciato le nazioni, hai sterminato il malvagio, il loro nome hai cancellato in eterno, per sempre. Il nemico è battuto, ridotto a rovine per sempre. È scomparso il ricordo delle città che hai distrutto. Ma il Signore siede in eterno, stabilisce il suo trono per il giudizio: governerà il mondo con giustizia, giudicherà i popoli con rettitudine. Il Signore sarà un rifugio per l’oppresso, un rifugio nei momenti di angoscia. Confidino in te quanti conoscono il tuo nome, perché tu non abbandoni chi ti cerca, Signore. Cantate inni al Signore, che abita in Sion, narrate le sue imprese tra i popoli, perché egli chiede conto del sangue versato, se ne ricorda, non dimentica il grido dei poveri. Abbi pietà di me, Signore, vedi la mia miseria, opera dei miei nemici, tu che mi fai risalire dalle porte della morte, perché io possa annunciare tutte le tue lodi; alle porte della figlia di Sion esulterò per la tua salvezza. Sono sprofondate le genti nella fossa che hanno scavato, nella rete che hanno nascosto si è impigliato il loro piede. Il Signore si è fatto conoscere, ha reso giustizia; il malvagio è caduto nella rete, opera delle sue mani. Tornino i malvagi negli inferi, tutte le genti che dimenticano Dio. Perché il misero non sarà mai dimenticato, la speranza dei poveri non sarà mai delusa. Sorgi, Signore, non prevalga l’uomo: davanti a te siano giudicate le genti. Riempile di spavento, Signore, riconoscano le genti di essere mortali” (Sal 9,1-21). Gesù sa che il governo della sua vita è tutto nelle mani del Padre. I farisei potranno solo fargli quel male che giorno per giorno il Padre permette che gli venga fatto. Ogni altra cosa la potranno fare quando giungerà la sua ora. Ma tutto quello che gli verrà fatto servirà solo per dare compimento pieno e perfetto alla missione. È questa la vera visione di fede che abita nel cuore di Cristo Gesù. Per questo Lui non teme di rendere testimonianza al Padre. Sa che la sua morte per crocifissione è la suprema delle testimonianze e per essa sarà innalzata al Padre la più grande gloria.

In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire». Dicevano allora i Giudei: «Vuole forse uccidersi, dal momento che dice: “Dove vado io, voi non potete venire”?». E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati». Gli dissero allora: «Tu, chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che io vi dico. Molte cose ho da dire di voi, e da giudicare; ma colui che mi ha mandato è veritiero, e le cose che ho udito da lui, le dico al mondo». Non capirono che egli parlava loro del Padre. Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite». A queste sue parole, molti credettero in lui.

Senza questa purissima fede che il Signore è con noi e che tutto quello che accade, vissuto nella più grande obbedienza a Lui, porta a vero e perfetto compimento la nostra missione, facilmente ci si smarrisce, ci si confonde, si entra nell’agitazione del cuore, si potrebbe abbandonare anche la missione che ci è stata affidata. Il giusto vivrà per la sua fede, vivrà di fede in fede. Fede è piena consegna alla volontà del Padre, sapendo che in questa obbedienza si compie il mistero della salvezza. Gesù, vivendo di purissima fede nel Padre, cammina verso il Golgota, sapendo che la croce è la via della vera vita per il mondo intero. Quando si cade da questa fede, è allora che si percorrono vie umane che mai potranno produrre un solo frutto di salvezza eterna.

Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fate che camminiamo di fede in fede sempre.

Fonte@MonsDiBruno

Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.

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