Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 22 Luglio 2020

Il commento alle letture del 22 Luglio 2020 a cura di  Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).

Hanno portato via il mio Signore

MERCOLEDÌ 22 LUGLIO (Gv 20,1-2.11-18)

Cercare la verità di Cristo e cercare Cristo verità è altamente differente. Pietro e Giovanni, dai segni lasciati nel sepolcro, sanno che Gesù è risorto e se ne vanno. Quella verità ad essi basta. È sufficiente. Maria di Màgdala non vuole la verità della risurrezione, la verità di Cristo. Lei vuole Cristo, che è verità della sua vita. Conoscere la verità dell’acqua non disseta. Disseta l’acqua vera, reale. Conoscere la verità del pane non sazia. Sazia il pane vero, reale, che viene mangiato. Così anche non è la verità del fuoco che ci riscalda, ma è il fuoco vero nella sua realtà. Le verità è nei libri. La realtà è nella storia, nella vita. Maria sa che un corpo non scompare. Può essere però portato via, collocato in un altro luogo. Lei chiede, senza darsi pace. Il suo cuore non trova riposo neanche vedendo due Angeli che sono nel sepolcro. Lei non cerca gli Angeli. Cerca Gesù. Se qualcuno le sa dire dove è Gesù, lei lo ascolta. Altrimenti il suo cuore è altrove e sempre altrove rimarrà. Lei cerca solo Cristo. Nessun altro. Nel suo cuore c’è solo spazio per Lui. Tutto il mondo, tutto l’universo con quanto vi è in esso non basta a colmare il suo cuore. È meno che un grammo di polvere dinanzi a Cristo.

Maria di Màgdala è figura della sposa che cerca il suo sposo. Il Cantico dei Cantici narra questa ricerca che mai avrà fine, durerà anche nell’eternità, perché Cristo, che è Mistero Infinito di Amore, va sempre cercato. Possiamo pensare il Paradiso come una ricerca eterna di Gesù Signore, vita della nostra vita: “Che cosa ha il tuo amato più di ogni altro, tu che sei bellissima tra le donne? Che cosa ha il tuo amato più di ogni altro, perché così ci scongiuri? L’amato mio è bianco e vermiglio, riconoscibile fra una miriade. Il suo capo è oro, oro puro, i suoi riccioli sono grappoli di palma, neri come il corvo. I suoi occhi sono come colombe su ruscelli d’acqua; i suoi denti si bagnano nel latte, si posano sui bordi. Le sue guance sono come aiuole di balsamo dove crescono piante aromatiche, le sue labbra sono gigli che stillano fluida mirra. Le sue mani sono anelli d’oro, incastonati di gemme di Tarsis. Il suo ventre è tutto d’avorio, tempestato di zaffiri. Le sue gambe, colonne di alabastro, posate su basi d’oro puro. Il suo aspetto è quello del Libano, magnifico come i cedri. Dolcezza è il suo palato; egli è tutto delizie! Questo è l’amato mio, questo l’amico mio, o figlie di Gerusalemme” (Ct 5,9-16). È una ricerca eterna che inizia sulla terra e che mai finirà. È questo il Paradiso: ricerca eterna dell’amore della nostra vita che è solo Cristo Signore.

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.

Anche sulla terra Cristo Gesù va cercato. Dove finisce un Evangelista deve iniziare l’altro. Dove termina Paolo deve iniziare Giacomo e poi Pietro e poi Giovanni. Dove un teologo termina, subito deve iniziare un altro. Così va detto per gli asceti e i mistici. Un asceta finisce e l’altro inizia. Un mistico porta a compimento la sua ricerca e l’altro deve mettersi in cammino. Tutto l’Antico e il Nuovo non esauriscono il Mistero. Tutta la tradizione lo lascia incompiuto. Tutto il Magistero è sempre agli inizi. Gesù è sempre l’infinito dinanzi. Nessuno potrà mai esaurire il suo mistero. Nessuno potrà dire: ha raggiunto il tutto. Di Gesù solo una scintilla possiamo comprendere oggi e domani.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che mai smettiamo di cercare Cristo Signore.

Fonte@MonsDiBruno

Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.

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