Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 2 Agosto 2020

Il commento alle letture del 2 agosto 2020 a cura di  Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).

Voi stessi date loro da mangiare

DOMENICA 2 AGOSTO (Mt 14,13-21)

Il corpo di Cristo vive se si nutre di Cristo, che è il solo vero Pane della vita. In verità Cristo è uno, ma i Pani sono due: il Pane della Parola e il Pane dell’Eucaristia e tutti e due vanno assunti insieme, mai l’uno senza l’altro. Prima però viene il Pane della Parola, poi il Pane dell’Eucaristia. Chi assume il Pane della Parola senza il Pane dell’Eucaristia, conosce la strada su cui camminare, ma non possiede alcuna forza per percorrerla. Chi invece assume il Pane dell’Eucaristia, ha la forza per percorrere la via, ma non conosce nessuna via da percorrere. Cristo Gesù è unità di Parola e di Carne e Sangue. Il suo corpo deve nutrirsi di Cristo nella sua unità di Parola, Carne e Sangue.

Sappiamo che Elia, senza mangiare e senza bere, riuscì a camminare solo per un giorno. Poi si arrese e invocò la morte. Il Signore mandò il suo Angelo con dell’acqua e del pane. Elia bevve, mangiò e poi ebbe la forza di camminare per quaranta notti e quaranta giorni, giungendo al monte di Dio, l’Oreb. Questo episodio così è raccontato dai sacri testi: “Acab riferì a Gezabele tutto quello che Elia aveva fatto e che aveva ucciso di spada tutti i profeti. Gezabele inviò un messaggero a Elia per dirgli: «Gli dèi mi facciano questo e anche di peggio, se domani a quest’ora non avrò reso la tua vita come la vita di uno di loro». Elia, impaurito, si alzò e se ne andò per salvarsi. Giunse a Bersabea di Giuda. Lasciò là il suo servo. Egli s’inoltrò nel deserto una giornata di cammino e andò a sedersi sotto una ginestra. Desideroso di morire, disse: «Ora basta, Signore! Prendi la mia vita, perché io non sono migliore dei miei padri». Si coricò e si addormentò sotto la ginestra. Ma ecco che un angelo lo toccò e gli disse: «Àlzati, mangia!». Egli guardò e vide vicino alla sua testa una focaccia, cotta su pietre roventi, e un orcio d’acqua. Mangiò e bevve, quindi di nuovo si coricò. Tornò per la seconda volta l’angelo del Signore, lo toccò e gli disse: «Àlzati, mangia, perché è troppo lungo per te il cammino». Si alzò, mangiò e bevve. Con la forza di quel cibo camminò per quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio, l’Oreb” (1Re 19,1-8). Nessuna natura umana da sola può percorrere la vera via verso la salvezza eterna. Non conosce la via e anche se la conoscesse le mancherebbero le forze per percorrerla. Oggi l’Angelo del Signore che deve dare da mangiare alle folle sia la Parola che l’Eucaristia è l’Apostolo di Cristo Gesù. In comunione gerarchica con Lui è anche il presbitero. Apostolo e presbitero prima devono nutrire i cuori di Parola, di Vangelo, di Volontà divina. Poi dovranno trasformare il pane in carne e il vino in sangue per darlo in nutrimento a quanti si sono nutriti di Parola, di Vangelo, di Volontà di Dio. Il comando di Gesù dura per i secoli dei secoli. Mai verrà meno. Vale per oggi, domani, sempre.

In quel tempo, avendo udito [della morte di Giovanni Battista], Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte. Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentì compassione per loro e guarì i loro malati. Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare». Gli risposero: «Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!». Ed egli disse: «Portatemeli qui». E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.

Apostolo e presbitero, come per la potenza dello Spirito Santo trasformano il pane in carne e il vino in sangue, così devono, sempre per la potenza dello Spirito Santo, trasformare la Parola del Vangelo in purissima verità attuale con la quale nutrire mente e cuore di quanti hanno accolto di essere discepoli di Gesù. Questa loro opera divina richiede tutto il sacrificio della loro vita, la loro immolazione a questo altissimo ministero. Ogni altra cosa va lasciata, abbandonata. Sottrarre del tempo prezioso a quest’opera li rende colpevoli di gravi omissione presso Dio. Essi danno la verità facendosi verità, danno la Carne e Sangue divenendo Carne e Sangue di Cristo Gesù.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che Apostoli e Presbiteri diano sempre Cristo.

Fonte@MonsDiBruno

Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.

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