Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 17 Giugno 2021

1058

Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe.

Leggi il brano del Vangelo di † Mt 6,7-15

Le condizioni perché la nostra preghiera giunga al cuore di Dio sono essenzialmente due: L’obbedienza alla Legge Santa del Signore e un cuore ricco di misericordia, compassione, pietà, perdono verso ogni nostro fratello. Leggiamo nel profeta Isaia: “«Perché mi offrite i vostri sacrifici senza numero? – dice il Signore. Sono sazio degli olocausti di montoni e del grasso di pingui vitelli. Il sangue di tori e di agnelli e di capri io non lo gradisco. Quando venite a presentarvi a me, chi richiede a voi questo: che veniate a calpestare i miei atri? Smettete di presentare offerte inutili; l’incenso per me è un abominio, i noviluni, i sabati e le assemblee sacre: non posso sopportare delitto e solennità. Io detesto i vostri noviluni e le vostre feste; per me sono un peso, sono stanco di sopportarli. Quando stendete le mani, io distolgo gli occhi da voi. Anche se moltiplicaste le preghiere, io non ascolterei: le vostre mani grondano sangue. Lavatevi, purificatevi, allontanate dai miei occhi il male delle vostre azioni. Cessate di fare il male, imparate a fare il bene, cercate la giustizia, soccorrete l’oppresso, rendete giustizia all’orfano, difendete la causa della vedova» (Is 1,11-17).  

- Pubblicità -

Leggiamo invece nel Libro del Siracide: “Chi si vendica subirà la vendetta del Signore, il quale tiene sempre presenti i suoi peccati. Perdona l’offesa al tuo prossimo e per la tua preghiera ti saranno rimessi i peccati. Un uomo che resta in collera verso un altro uomo, come può chiedere la guarigione al Signore? Lui che non ha misericordia per l’uomo suo simile, come può supplicare per i propri peccati? Se lui, che è soltanto carne, conserva rancore, chi espierà per i suoi peccati? Ricòrdati della fine e smetti di odiare,  della dissoluzione e della morte e resta fedele ai comandamenti. Ricorda i precetti e non odiare il prossimo, l’alleanza dell’Altissimo e dimentica gli errori altrui (Sir 28,1-7).

Ecco la prima regola data da Gesù perché sia osservata prima di presentarci al cospetto del Signore: “Avete inteso che fu detto agli antichi: Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo! (Mt 5,21-26).

Dall’odio, dal non perdono, dalla non ricerca della pace, dall’egoismo, dalla superbia, dalla lussuria, dall’invidia, dall’avarizia, dalle molteplici ingiustizie, dalla trasgressione dei comandamenti la nostra preghiera mai raggiungerà il cuore di Dio. Occorre prima il pentimento, l’abbandono del male, il desiderio di amare i fratelli osservando verso di essi sia la legge della giustizia che quella della carità. Leggiamo ancora nel profeta Isaia: “Non è piuttosto questo il digiuno che voglio: sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo? Non consiste forse nel dividere il pane con l’affamato, nell’introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo, senza trascurare i tuoi parenti? Allora la tua luce sorgerà come l’aurora, la tua ferita si rimarginerà presto. Davanti a te camminerà la tua giustizia, la gloria del Signore ti seguirà. Allora invocherai e il Signore ti risponderà, implorerai aiuto ed egli dirà: «Eccomi!». Se toglierai di mezzo a te l’oppressione, il puntare il dito e il parlare empio, se aprirai il tuo cuore all’affamato, se sazierai l’afflitto di cuore, allora brillerà fra le tenebre la tua luce, la tua tenebra sarà come il meriggio. Ti guiderà sempre il Signore, ti sazierà in terreni aridi, rinvigorirà le tue ossa; sarai come un giardino irrigato e come una sorgente le cui acque non inaridiscono. La tua gente riedificherà le rovine antiche, ricostruirai le fondamenta di trascorse generazioni. Ti chiameranno riparatore di brecce, e restauratore di strade perché siano popolate. Se tratterrai il piede dal violare il sabato, dallo sbrigare affari nel giorno a me sacro, se chiamerai il sabato delizia e venerabile il giorno sacro al Signore, se lo onorerai evitando di metterti in cammino, di sbrigare affari e di contrattare, allora troverai la delizia nel Signore. Io ti farò montare sulle alture della terra, ti  farò gustare l’eredità di Giacobbe, tuo padre, perché la bocca del Signore ha parlato (Is 58,1-14). La giustizia e la carità, il perdono e la misericordia, la pietà e la compassione, sono le chiavi che aprono il cuore di Dio quando noi lo preghiamo. Senza chiavi il cuore di Dio rimane ermeticamente chiuso.

LEGGIAMO IL TESTO DI Mt 6,7-15

Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.

Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,  venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti  come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,  ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe.

Leggendo con attenzione la preghiera insegnata da Gesù troviamo che tutto si chiede al Padre perché lo faccia per noi. La nostra vita è posta interamente nelle mani del Padre perché sia Lui a condurla così come ha condotto la vita del Figlio suo per mezzo del suo Santo Spirito. C’è però una cosa che noi promettiamo di fare: perdonare sempre l’altro, qualsiasi offesa lui arrechi o arrecherà a noi: “Rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori”. Senza la remissione da parte nostra, Dio non può rimettere a noi i nostri debiti e la nostra preghiera è inutile. Gesù sulla croce, da crocifisso, non recita questa preghiera. Non può chiedere perdono al Padre perché Lui è l’Agnello innocente, puro, immacolato,  senza macchia. Lui vive l’altro suo insegnamento: “Lascia il tuo dono all’altare e va a riconciliarti con tuo fratello che ha qualcosa contro di te”. Gesù chiede perdono al Padre per i suoi crocifissori, scusandoli: “Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno” (Lc 23, 34). Dopo questa preghiera presenta la sua offerta al Padre: gli consegna il suo corpo trafitto per la remissione e il perdono dei peccati.

Gesù oggi ci insegna a consegnare la nostra vita a Dio, alla sua sapienza, saggezza, intelligenza eterna. In questa consegna possiamo noi peccare ed allora dobbiamo chiedere perdono al Signore. Possono peccare gli altri contro di noi e allora dobbiamo noi dare il perdono. Gesù non diede il perdono dopo che è risorto dai morti. Lui lo diede quando il sangue grondava dalle sue ferite, quando il dolore sulla croce era vivo, intenso, fortissimo. È questa una grazia che sempre dobbiamo chiedere al Signore, nostro Dio. Il perdono mai va rinviato. Se dovessimo morire senza aver perdonato, neanche a noi il Signore potrà perdonare.

Un’altra verità va necessariamente messa in luce. Il cristiano che prega in Cristo è voce del corpo di Cristo e prega per tutto il corpo di Cristo.  Sempre in Cristo è voce dell’umanità e prega per tutta l’umanità. Lui prega come corpo di Cristo e per questo si deve rivestire della santità di Cristo. La santità di Cristo inizia dal grande perdono verso i suoi debitori. È verità questa che va gelosamente custodita nel cuore. Se questa verità non è la nostra veste, la nostra preghiera è una recitazione. Essa non è preghiera.

Madre di Dio, Donna dal cuore purissimo, Avvocata dei peccatori, aiutaci a perdonare così come Cristo Gesù ha perdonato a noi sulla croce. Amen.

Fonte@MonsDiBruno

Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.