Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 11 Settembre 2020

Può forse un cieco guidare un altro cieco?

VENERDÌ 11 SETTEMBRE (Lc 6,39-42)

Cieco, nella Scrittura Santa, è colui che è chiamato a guidare il popolo del Signore, ma non cammina né con il cuore del suo Dio e neanche con gli occhi dello Spirito Santo. Vedere con gli occhi di Dio e vedere con gli occhi della carne non è la stessa cosa. Un episodio che troviamo nel Secondo Libro dei Re ci illuminerà: “Il re di Aram combatteva contro Israele, e in un consiglio con i suoi ufficiali disse che si sarebbe accampato in un certo luogo. L’uomo di Dio mandò a dire al re d’Israele: «Guàrdati dal passare per quel luogo, perché là stanno scendendo gli Aramei». Il re d’Israele fece spedizioni nel luogo indicatogli dall’uomo di Dio e riguardo al quale egli l’aveva ammonito, e là se ne stette in guardia, non una né due volte soltanto. Molto turbato in cuor suo per questo fatto, il re di Aram convocò i suoi ufficiali e disse loro: «Non mi potete indicare chi dei nostri è a favore del re d’Israele?». Uno degli ufficiali rispose: «No, o re, mio signore, ma Eliseo, profeta d’Israele, riferisce al re d’Israele le parole che tu dici nella tua camera da letto». Quegli disse: «Andate a scoprire dov’è costui; lo manderò a prendere». Gli fu riferito: «Ecco, sta a Dotan». Egli mandò là cavalli, carri e una schiera consistente; vi giunsero di notte e circondarono la città. Il servitore dell’uomo di Dio si alzò presto e uscì. Ecco, una schiera circondava la città con cavalli e carri. Il suo servo gli disse: «Ohimè, mio signore! Come faremo?». Egli rispose: «Non temere, perché quelli che sono con noi sono più numerosi di quelli che sono con loro». Eliseo pregò così: «Signore, apri i suoi occhi perché veda». Il Signore aprì gli occhi del servo, che vide. Ecco, il monte era pieno di cavalli e di carri di fuoco intorno a Eliseo.

Poi scesero verso di lui, ed Eliseo pregò il Signore dicendo: «Colpisci questa gente di cecità!». E il Signore li colpì di cecità secondo la parola di Eliseo. Disse loro Eliseo: «Non è questa la strada e non è questa la città. Seguitemi e io vi condurrò dall’uomo che cercate». Egli li condusse a Samaria. Quando entrarono in Samaria, Eliseo disse: «Signore, apri gli occhi di costoro perché vedano!». Il Signore aprì i loro occhi ed essi videro. Erano in mezzo a Samaria! Quando li vide, il re d’Israele disse a Eliseo: «Li devo colpire, padre mio?». Egli rispose: «Non colpire! Sei forse solito colpire uno che hai fatto prigioniero con la tua spada e con il tuo arco? Piuttosto metti davanti a loro pane e acqua; mangino e bevano, poi se ne vadano dal loro signore». Si preparò per loro un grande pranzo. Dopo che ebbero mangiato e bevuto, li congedò ed essi se ne andarono dal loro signore. Le bande aramee non penetrarono più nella terra d’Israele (2Re 6,8-23). Chi può aprire gli occhi a quanti sono ciechi è solo Cristo Gesù. Questa missione è solo sua e di nessun altro. Chi vuole vedere e aiutare gli altri a vedere deve prostrarsi dinanzi a Cristo Signore e con grande umiltà chiedere che gli apra gli occhi. Non solo. Deve chiedere che gli doni gli occhi dello Spirito Santo e cresca di giorno in giorno nello Spirito del Signore, crescendo in grazia e in sapienza.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».

Ai nostri giorni stiamo assistendo ad una teologia cieca, dalla quale nascono anche una morale e una pastorale cieca. È segno che quanti esercitano questo altissimo ministero si sono distaccati dalla vera Parola di Dio. Il distacco dalla Parola è frutto della disobbedienza ai Comandamenti e alla Legge nuova di Cristo Signore. Quando si vive in disobbedienza alla Legge di Cristo sempre si trovano giustificazioni per dichiararla nulla, senza alcun valore. È questa la cecità che ci sta conducendo tutti nel fosso dell’idolatria e dell’immoralità. Che la cecità sia grande, oggi lo attesta l’universale confusione veritativa e morale nella quale tutta la Chiesa naviga. Urge una preghiera potente al Signore, affinché intervenga e doni ad ogni suo discepolo la vista.

Madre di Dio, Angeli, Santi, otteneteci la grazia di vedere con gli occhi dello Spirito.

Fonte@MonsDiBruno

Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.

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