Monastero di Bose – Commento al Vangelo del giorno – 19 Luglio 2019

Spesso, molto spesso, Gesù rivolge agli uomini religiosi questa domanda (o simili): “Non avete mai letto nelle Scritture?”. Interrogativo che contiene in sé una buona dose di ironia, visto che i vari interlocutori di Gesù leggevano e commentavano le sante Scritture “per mestiere”, più volte al giorno… Ma forse solo una domanda pungente può scalfire la forza dell’abitudine, che rischia di anestetizzare ogni comportamento. Questo vale a maggior ragione per gli esperti delle Scritture, che spesso sommergono il testo sotto fiumi di parole, nascondendone i sensi più semplici e dunque profondi, quelli che il lettore comune avrebbe diritto di conoscere, dei quali avrebbe bisogno per la propria vita! A volte, purtroppo, i biblisti e i teologi leggono più i commenti al testo che il testo stesso, oppure se ne servono solo come un pre-testo (spesso con finalità moralistiche, terribile fraintendimento e svuotamento della potenza della Parola!), al punto che la domanda di Gesù rischia di assumere una tonalità realistica…

Qui Gesù cita e interpreta le Scritture (episodi narrati in 1Sam 21,2-7 e Nm 28,9-10) per giustificare la sua condotta e quella dei suoi discepoli: a differenza di altri, egli sa bene quel che fa, e lo compie in obbedienza alla volontà del Padre, in vista della vita piena. Quella vita che è più grande di ogni precetto religioso, quella vita che ci aiuta a penetrare nello “sta scritto”. La vita va letta alla luce del vangelo, ma a sua volta aiuta sempre più a leggere il vangelo: questo ci ha insegnato Gesù! Altrimenti non vi è ascolto della Parola contenuta nelle Scritture, bensì esercizio intellettuale su un testo antico: ecco l’inganno degli inganni (perché nutrito da supponenza intellettuale), che preclude la vera conoscenza della potenza di Dio contenuta tra le righe delle Scritture (cf. Mt 22,29)…

Quando si interpreta, qui e ora, il significato dello “sta scritto”, e lo si coglie alla luce e in vista della vita, si può giungere a sintesi illuminanti, come questa: “Se aveste compreso che cosa significhi:‘Misericordia io voglio e non sacrifici’ (Os 6,6, testo molto caro a Gesù, che lo cita anche in Mt 9,13), non avreste condannato persone senza colpa” (v. 7). Affermare ciò non è molto diverso dal dire – come nel passo parallelo di Marco (2,27) – che il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato. Commenta Umberto Galimberti: “‘La morale è fatta per gli uomini, non gli uomini per la morale’. Questa frase di Kant riproduce con un altro linguaggio quello che Gesù Cristo aveva detto: ‘Il sabato è fatto per gli uomini, non gli uomini per il sabato’. Cioè: guai a piegare l’uomo alla legge e assumere la legge come giudizio nei confronti dell’uomo, perché quello che c’è da salvare non è il principio della legge, quello che c’è da salvare è l’uomo”.Non è forse questa la radice della misericordia?

Scritture, interpretazione intelligente, vita: ecco il percorso! Manca solo un ultimo tassello, quello decisivo, prontamente aggiunto da Gesù: “Perché il Figlio dell’uomo è signore del sabato” (v. 8). Centralità del Signore Gesù Cristo, alla luce del quale vanno lette tutte le Scritture; centralità di un’intelligenza misericordiosa, o di una misericordia intelligente.

fratel Ludwig

Fonte

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Il Figlio dell’uomo è signore del sabato.

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 12, 1-8

In quel tempo Gesù passò, in giorno di sabato, fra campi di grano e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere delle spighe e a mangiarle.
Vedendo ciò, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare di sabato».
Ma egli rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Egli entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell’offerta, che né a lui né ai suoi compagni era lecito mangiare, ma ai soli sacerdoti. O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio vìolano il sabato e tuttavia sono senza colpa? Ora io vi dico che qui vi è uno più grande del tempio. Se aveste compreso che cosa significhi: “Misericordia io voglio e non sacrifici”, non avreste condannato persone senza colpa. Perché il Figlio dell’uomo è signore del sabato».

Parola del Signore.

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