Monastero di Bose – Commento al Vangelo del giorno – 12 Novembre 2020

“Quando verrà il regno di Dio?” (v. 20). Quando, Signore? Anche noi te lo domandiamo. Quando verrà tuo il Regno, tempo di giustizia, di pace? Quando si realizzerà in pienezza la beatitudine che hai promesso ai poveri, agli affamati, a tutti quelli che sono nel pianto, che sono odiati e perseguitati? Abbiamo fretta, Signore. Ma tu non rispondi al “quando”, non indichi tempi, luoghi, né una data certa; ci rimandi all’oggi, ci inviti a non sfuggire all’ora che stiamo vivendo cercando il regno di Dio altrove, fuori di noi, lontano da noi. 

“Ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi” (v. 21). La preposizione greca usata da Luca può significare o “dentro” oppure “in mezzo”. Per secoli la tradizione cristiana ha inteso “dentro di voi”; il regno di Dio si trova nelle profondità del cuore dell’uomo, in quell’immagine e somiglianza deposta in ogni essere vivente fin da principio. Per trovarla occorre dissodare la terra del cuore, ritrovare l’immagine e portare a pienezza la somiglianza fino a diventare somigliantissimi al Figlio, unica e perfetta immagine del Padre (cf. Col 1,15). 

Ma si può anche interpretare “il regno di Dio è in mezzo a voi”, e il regno è Gesù stesso. Anche Matteo ricorda: “Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” (Mt 18,20); e: “Io sono con voi tutti giorni fino alla fine del mondo” (Mt 28,20). Solo un piccolo gregge riesce a comprendere il dono del regno (cf. Lc 12,32), presenza discreta, come quella del seme e del lievito che agiscono nel nascondimento, dono che va riconosciuto, accolto, custodito; l’accoglienza di questo dono esige disponibilità e apertura, ma anche lotta e fatica perché lasciare che Cristo regni su di noi e tra di noi comporta condurre una battaglia contro gli idoli che pretendono di regnare su di noi e tra di noi, l’idolo del successo, del benessere, gli idoli che la nostra società consumistica costantemente ci propone. Siamo capaci di opporre dei “no” chiari e netti alle proposte seducenti di un mondo, di un modo di pensare e di vivere in cui non regna il vangelo? Oppure siamo cristiani “a metà”, a ore, solo nei tempi in cui partecipiamo all’eucaristia e a qualche attività “religiosa”?

Dopo la risposta ai farisei Gesù indirizza una parola ai discepoli. Anche per loro, come per i farisei, vi sarà la tentazione di evadere dal presente. A loro Gesù, che prima aveva ricordato che nessuno dirà del regno: “Eccolo là … eccolo qui” (v. 21), dice che in realtà vi sarà chi dirà: “Eccolo là … eccolo qui” (v. 23); i discepoli di ieri e di oggi sono tentati di lasciarsi affascinare da falsi salvatori, falsi profeti che attirano su di sé l’attenzione. Colui che ha chiesto “seguimi”, ora ordina in modo perentorio: “Non seguiteli”. Da seguire c’è soltanto il Signore Gesù, lungo una via che passa attraverso la croce e la morte. Nessuno può conoscere la data della venuta del regno (cf. At 1,7). C’è “solo” da vivere il vangelo nella vigilanza, senza lasciarsi distrarre da false luci, vincendo la tentazione ricorrente dai tempi antichi: “Il Signore è in mezzo a noi sì o no?” (Es 17,7). Sì, il Signore è in mezzo a noi; ce lo ha promesso e nello stesso tempo ci ha insegnato a pregare: “Venga il tuo regno”, disponendoci a lasciarlo regnare su di noi e in mezzo a noi nell’attesa del suo ritorno (cf. 1Cor 11,26). “Vieni, Signore Gesù” (Ap 22,20).

sorella Lisa


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