Monaci Benedettini Silvestrini – Commento al Vengelo del 14 Aprile 2022

440

Senza alcun merito nostro…

La celebrazione che segue immediatamente la “messa del crisma” in cui si benedicono gli oli santi, è la celebrazione della “Messa in coena Domini”. Nella sensibilità collettiva è molto significativo il gesto messo in risalto nel Vangelo di oggi ossia la lavanda dei piedi. È toccante notare come Giovanni racconta con interesse, proprio la scena, il clima di quella sera dell’ultima cena: “Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo, Gesù sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti e, prese un asciugatoio e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto”.

Impressionante, nessuna parola accompagna questo gesto eclatante, se non la parola sconvolta di Pietro che non vuole farsi lavare i piedi e la ferma reazione di Gesù che dice: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Quasi per dire che non si può entrare veramente nel cuore dell’Eucarestia senza aderire a questo gesto di amore così grande, che Gesù ci lascia come esempio di amore reciproco, cioè lasciarci lavare i piedi gli uni agli altri. Ecco perché la Pasqua inizia proprio da quei piedi nudi e sporchi.

Questo è il vero amore che distrugge la logica del merito, che ci fa anche vivere fino in fondo l’esperienza della Pasqua. “Avendo amato i suoi”…” si può tradire l’amore, ma l’Amore non verrà mai meno, Cristo non è morto per noi perché ce lo meritavamo, ma è morto per noi per amore, senza nessun merito nostro.

- Pubblicità -