Monaci Benedettini Silvestrini – Commento al Vangelo del 6 Giugno 2022

636

“Beati… beati… beati”.

Dopo il tempo pasquale e la Domenica di Pentecoste, torniamo al tempo ordinario… E subito ritroviamo colei che, con gli Apostoli nel cenacolo, attese i doni dello Spirito. La memoria permette però di adoperare le letture del giorno che preferiamo perché, alla ripresa dell’ordinario, sentiamo un vangelo quasi da programma… il vangelo che riporta la straordinaria pagina delle beatitudini.

Questo seguito di annunci che cominciano tutti con la stessa parola: “beati” o meglio “felici”, ha avuto sempre il potere di toccare nel profondo il cuore dell’uomo, proprio perché la felicità rimane la nostra aspirazione più profonda e la nostra delusione più amara, non potendola completamente raggiungere la desidera ardentemente. Ma proprio con le beatitudini Gesù ci fa comprendere che questa felicità comincia quaggiù. Dio non attende lo stato celeste per donarsi all’uomo.

Offre già il suo amore a coloro che vivono sulla terra. La prima verità che bisogna cogliere dalle beatitudini è che la felicità discende da Dio; non vi è altra sorgente di felicità. Noi non avremmo certo sottoscritto nessuna delle beatitudini così come ci sono state proposte. Semmai avremmo suggerito, con un po’ di presunzione, che, per essere felici, occorrono diverse cose e subito. Povertà, afflizioni, persecuzioni, misericordia, mitezza in un mondo di violenza! Eppure le beatitudini sono un’autobiografia di Gesù, l’uomo della pace.

- Pubblicità -

Chi lo segue su questa strada, pone i segni del mondo nuovo che egli è venuto a inaugurare, e il Papa, celo ricorda continuamente. Ma non è una nuova legge. E’ il cuore nuovo, promesso dai profeti. Proclamando le vere beatitudini, egli attira l’attenzione sulla vanità delle false beatitudini e invita l’umanità a riflettere sul genere di felicità che persegue. La felicità che infonde Gesù non danneggia nessuno, tutt’altro. E’ una forza dall’Alto che carica di significato e di luce la già angustiata vita umana.

Nella misura in cui ci apriamo alla grazia, possiamo comprendere il senso delle beatitudini enunciate da Gesù e viverle in unione con lui.