Luca Lanari – Commento (pensiero) al Vangelo del 29 Agosto 2019

ERODE E GIOVANNI

Erode era quasi convinto;

Erode teneva prigioniero quello strano personaggio che predicava la metànoia,

che ce l’aveva con i potenti, con i sacerdoti, con chi ingannava i più deboli,

con chi sfruttava la povera gente.

Erode, sentendo parlare Giovanni, aveva provato qualcosa nel suo cuore; un fremito.

Erode percepiva che Giovanni era un uomo giusto e santo.

Erode aveva fatto carcerare il battista perché qualcun altro gli aveva detto che era pericoloso.

Ma lui, lo ascoltava volentieri e avrebbe voluto addirittura proteggerlo perché dalla bocca di Giovanni uscivano parole nuove, anche se pesanti come macigni.

Ma poi Erode commette l’errore che spesso facciamo anche noi: si distrae.

Il richiamo a rimarcare il proprio io,

la posizione sociale,

il potere,

il desiderio per i beni effimeri,

lo fa deviare dalla strada che, seppure in forma velata, vedeva svilupparsi davanti a sé

a motivo della predicazione di Giovanni il battista.

Erode, perciò, mette a tacere gli insegnamenti che aveva avuto modo di apprezzare, lascia l’imbocco della strada della gioia, della salvezza e continua sul sentiero che conduce solo alla tristezza.

A cura di Luca Lanari.

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«Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista».

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 6, 17-29

In quel tempo, Erode aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.
Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto.

E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.

Parola del Signore

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