Nain può essere immaginata come la città della bellezza, un luogo di vita, il contesto quotidiano nel quale Dio ci raggiunge.
Da una parte scorgiamo il figlio unico e vivente di una madre vergine, dall’altra una madre vedova con, morto, il suo unico figlio.
Entrambi i personaggi camminano accompagnati, ma l’atteggiamento è differente: sguardo vispo e determinato, passo sicuro e ritmato, orecchio teso e cuore aperto all’incontro su un versante, di contro il passo è cadenzato e discontinuo, l’orecchio si chiude e il cuore si fa sordo, il pianto è condiviso.
Il peso del dolore tocca il peso dell’amore di Gesù: Egli stesso sarà il figlio morto, come non vedere nel dolore della madre del giovane il dolore della propria stessa madre?
Il peso dell’amore di Gesù è la vita che si mette a contatto con la morte e si trasmuta in speranza, si realizza in gratitudine e condivisione, rimane come dono.
Il morto si alza, si mette seduto e parla, il morto è vivo.
Il Signore anche oggi si commuove, si muove al nostro passo e desidera toccare quella parte della nostra storia, della nostra vita che piangiamo, che diamo per perduta, i nostri rimpianti e i nostri rimorsi.
Ogni cosa torna a parlare, possiamo scegliere come ascoltarla, come guardarla, come viverla e, nella quotidianità , lasciare che ciò che va verso la morte, per reazione al tocco del Dio che salva, cambi direzione.
Mounira Abdelhamid Serra
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
- Quali sono i miei rimpianti e i miei rimorsi?
- Nella preghiera lascio che il Signore mi consoli e tocchi personalmente le mie morti, sapendo che egli stesso le attraversa: osservo il modo in cui lo fa e ne prendo nota.
- Immaginando il giovinetto, ascolto: cosa dice quando, levatosi, si mette seduto e parla?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi…
Recito un “Padre nostro” per congedarmi e uscire dalla preghiera.
Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato secondo il metodo della spiritualità ignaziana, disponibile anche tramite la loro newsletter quotidiana.
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Lc 7, 11-17
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla.
Quando fu vicino alla porta della città , ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei.
Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, à lzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre.
Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo». Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
Fonte: LaSacraBibbia.net