Il Vangelo del Giorno, 20 dicembre 2017 – Lc 1, 26-38

Il testo ed il commento al Vangelo
del 20 dicembre 2017 su Lc 1, 26-38

III Settimana del Tempo di Avvento – Anno B

  • Colore liturgico: Viola
  • Periodo: Mercoledì
  • Il Santo di oggi: S. Liberale di Roma; B. Vincenzo Romano
  • Ritornello al Salmo Responsoriale: Ecco, viene il Signore, re della gloria.
  • Letture del giorno: Is 7, 10-14; Sal 23; Lc 1, 26-38
  • Calendario Liturgico di Dicembre

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

Lc 1, 26-38
Dal Vangelo secondo Luca

Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

Commento al Vangelo del giorno a cura dei Monaci Benedettini

Volontà di Dio, volontà dell’uomo.

«Ancella del Signore», perché Dio è il vero, unico Signore, e colei che in quest’ora diventa signora è sua serva. C’è l’umile riconoscimento della verità, riconoscimento della distanza tra creatore e creatura, tra volontà determinante che esige e crea in sovrana libertà e la volontà determinata di una persona umana la cui volontà consiste nell’adattarsi alla volontà di Dio, per spingere tutto nella direzione del Signore.

“Mi avvenga” è ad un tempo disposizione passiva e adesione attiva. Dio ha messo il fattore umano sotto la forma dell’evento e della storia. Nella prima lettura vediamo che la politica suggerita dal profeta era quella della fede in Dio. La strada battuta dal re Acaz era invece quella delle alleanze umane. In questi frangenti drammatici in cui era in gioco la credibilità di Dio e le promesse messianiche, la nascita di un figlio al re doveva garantire il popolo sulla prossima liberazione dai nemici, simbolo di una salvezza futura.

Nonostante l’incredulità di Acaz, Isaia promette un segno della presenza di Dio che salva. La figura dell’Emmanuele futuro si presentava così vicina e chiara agli occhi del profeta, che egli poteva valutare attraverso di lui anche gli avvenimenti attuali. Egli vedeva la vergine col bambino e insieme i fatti luttuosi che minacciavano il paese. Il salmo 23 celebra l’ingresso trionfale dell’Arca dell’Alleanza nel Tempio. Tra le molteplici prefigurazioni messianiche additate dalla tradizione emerge quella che nell’ingresso trionfale del re della gloria al di là delle porte eterne, vede annunziata la gloriosa Ascensione di Cristo al Cielo, alla destra del Padre.

Apriamo il nostro cuore al Signore, affinché volontà di Dio e volontà umana s’incontrino per vivere in spirito e verità.

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