Il Vangelo del giorno, 14 Giugno 2019 – Mt 5, 27-32

Il commento al Vengelo del giorno
14 Giugno 2019
su Mt 5, 27-32

X Settimana del Tempo Ordinario – Anno I

Colore liturgico: VERDE

  • Periodo: Venerdì
  • Il Santo di oggi:
  • Ritornello al Salmo Responsoriale: A te, Signore, offrirò un sacrificio di ringraziamento
  • Letture del giorno: 2 Cor 4, 7-15; Sal.115; Mt 5, 27-32
  • Calendario Liturgico di Giugno

Mt 5, 27-32
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore.
Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna.
Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

Le letture del giorno (prima e Vangelo) e le parole di Papa Francesco da VaticanNews.

Commento al Vangelo a cura dei
Monaci Benedettini

Il peccato viene dal di dentro.

Già guardare una donna con desiderio significa commettere adulterio con lei. Il peccato come anche le opere di bene provengono dalle nostre interiori convinzioni, dall’orientamento che abbiano impresso nel nostro cuore. L’azione che ne segue è solo la esteriore manifestazione di ciò che prima è maturato dentro di noi.

I nostri occhi, definiti la finestra dell’anima, ci trasferiscono immagini e causano sensazioni che, se non filtrate dalla nostra coscienza, che deve operare la selezione, ci spingono all’azione cattiva, non conforme alla norma divina. Ecco perché il Signore arriva a dirci che se il nostro occhio ci è motivo di scandalo, dobbiamo essere pronti anche a cavarlo pur di entrare nel regno dei cieli.

L’inquinamento dell’anima è un fatto molto più debilitante della perdita di un nostro organo fisico come il nostro occhio o la nostra mano. Siamo così sollecitati a considerare con la migliore attenzione i valori del nostro corpo, pur meritevoli di attenzioni e di cure, e quelli dello spirito, che dobbiamo conservare integro per la vita eterna.

Viene da pensare che ai nostri giorni talvolta sono più affollati gli ambulatori dei medici che non i confessionali e le chiese. Spesso capita di vedere gente che si affanna più per la dimora terrena che non per quelle definitiva e celeste. Soffriamo momenti di confusione e di capovolgimenti di valori. Ciò anche perché il nostro sguardo non più assuefatto a svolgere con sapienza la dovuta introspezione dell’anima.

C’è troppo chiasso intorno e la fretta morde il nostro incedere nel mondo. Riflettere, meditare, esaminarsi interiormente è virtù di pochi. Forse anche per questo il discorso sulla fedeltà coniugale per molti, come ai tempi di Cristo, non è più un valore.

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