Il Vangelo del Giorno, 13 luglio 2016, Mt 11, 25-27

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Il testo ed il commento al Vangelo del 13 luglio 2016 – Mt 11, 25-27

XV Settimana del Tempo Ordinario – Anno II

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https://youtu.be/P0hVae7eHVE

  • Colore liturgico: Bianco
  • Periodo: Terza settimana del Salterio
  • Mercoledì – 15.a Tempo Ordinario
  • Santo del giorno: S. Enrico (mf)
  • Il Signore non respinge il suo popolo
  • Liturgia: Is 10, 5-7. 13-16; Sal 93; Mt 11, 25-27

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Mt 11, 25-27
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza.
Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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Commenti al Vangelo di Mt 11, 25-27

Commento a cura dei Monaci Benedettini

[ads2] Dio aborrisce un animo cattivo.

Il popolo di Israele (lo leggiamo nella prima lettura della messa di oggi) si è allontanato da Dio. E Dio si serve dell’Assìria per punire il suo popolo. Ma questa nazione si leva in superbia quasi che fosse solo per la sua forza che potesse eseguire la spedizione punitiva. Inoltre alla superbia aggiunge anche la crudeltà e la volontà di sterminio. Dio non approva questi sentimenti e fa predìre dal profeta una punizione disastrosa, la peste che falcerà la vita del fior fiore delle sue milizie. La Parola di Dio ci spinge a fare la nostra riflessione.

La sua validità è perenne. Non potrebbe essere questo passo un avviso per chi ha potere e responsabilità di guida? Se il potere viene da Dio, questo va esercitato non tanto come affermazione personale con tutte le deviazione che le passioni umane possono suggerire, ma in spirito di servizio: Chi avrà bene amministrato merita lode. Comprendere queste verità e orientare secondo il loro dettame la nostra vita è molto difficile. E’ grazia del Signore che va impetrata con la preghiera e con il desiderio grande di penetrare nei segreti di Dio. Secondo la parola del vangelo questa comprensione esige la rinuncia alla alterigia per farci piccoli non solo dinanzi agli altri ma anche nel nostro cuore.

Allora ci troveremmo nel numero di quanti, potrebbero essere illuminati dal Signore e entrare nella conoscenza del suo mistero, che si svela ai piccoli. Voglia il Signore mantenere ogni uomo nella verità della propria piccolezza per meritare la rivelazione delle realtà grandi. Viene così anticipato quello che ci sarà riservato in cielo dove né occhio vide, né orecchio udì, né mente mai può immaginare quello che Dio tiene preparato per chi lo ama!

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