Il Vangelo del giorno, 11 Settembre 2019 – Lc 6, 20-26

XXIV Settimana del Tempo Ordinario – Anno I

  • Periodo: Mercoledì
  • Colore liturgico: VERDE
  • Il Santo di oggi: Ss. Proto e Giacinto; S. Adelfio; B. Maria Pierina De Micheli
  • Ritornello al Salmo Responsoriale: Buono è il Signore verso tutti.
  • Letture del giorno: Col 3, 1-11; Sal.144; Lc 6, 20-26
  • Calendario Liturgico di Settembre

Leggi il brano del Vangelo odierno

Lc 6, 20-26
Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:
«Beati voi, poveri,
perché vostro è il regno di Dio.
Beati voi, che ora avete fame,
perché sarete saziati.
Beati voi, che ora piangete,
perché riderete.
Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.
Ma guai a voi, ricchi,
perché avete già ricevuto la vostra consolazione.
Guai a voi, che ora siete sazi,
perché avrete fame.
Guai a voi, che ora ridete,
perché sarete nel dolore e piangerete.
Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

Le letture del giorno (prima e Vangelo) e le parole di Papa Francesco da VaticanNews.

Commento al Vangelo a cura dei
Monaci Benedettini

Beati voi poveri. Guai a voi ricchi.

Gesù, subito dopo la scelta dei dodici apostoli e dopo aver guarito e sanato molte persone, nell’annuncio del Regno, ora si rivolge ai suoi discepoli. L’atteggiamento di Gesù rivela una scelta ben precisa. Il messaggio delle beatitudini, chiamate la Magna Carta del cristianesimo, si inserisce con forza nella novità assoluta del discepolato di Gesù. I veri beati sono i discepoli di Gesù, dei quali ci è fornita una ben precisa identità.

La lettura completa del brano delle beatitudini, allora impedisce un doppio rischio, che sembra essere in qualche modo alternativo. Alzando gli occhi ai discepoli, Gesù quasi compie una seconda creazione, quella che è operata nel solco della redenzione. Il discepolo è, nella nuova creazione il figlio di Dio, creato ad immagine e somiglianza dello stesso Gesù, vero uomo e vero Dio. La proclamazione delle beatitudine non è la nuova edizione di un manuale di morale pratica e spicciola; Gesù tratteggia il suo Volto nella nuova identità dei discepoli.

Essere discepolo di Gesù è opera di Dio, deriva dalla missione del Figlio. Il dono del discepolato, che riceviamo dall’Incarnazione e ci fa partecipi del Mistero Pasquale, non può essere vissuto come inermi ma richiede la nostra collaborazione. Ciò è evidente anche perché, sempre rivolgendosi ai discepoli, Gesù completa le beatitudini nei “guai” corrispondenti. Gesù non divide, con il suo messaggio, i “buoni” – i discepoli – con i “cattivi”, gli altri. Tutti sono chiamati e tutti sono invitati a percorre la via che le beatitudini tracciano. Il discepolato di Gesù è un dono da vivere nella nostra quotidianità, per la nostra vita. Non è un semplice stato ma è il percorso che invita tutti alla conversione vera di cuore.

La gratuità dell’agire di Dio non implica la nostra inattività ma la passività nel senso dell’accoglienza docile della voce dello Spirito. Con le beatitudini siamo invitati a riscoprire il dono della grazia del Battesimo che ci rende figli di Dio per viverlo in coerenza e sincerità.

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