Il Vangelo del giorno, 1 Novembre 2018 – Mt 5, 1-12

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Il commento al Vengelo del
1 Novembre 2018 su Mt 5, 1-12

Trentesima settimana del Tempo Ordinario – Anno II/B

  • Colore liturgico: BIANCO
  • Periodo: Giovedì
  • Il Santo di oggi:
  • Ritornello al Salmo Responsoriale: Ecco la generazione che cerca il tuo volto, Signore
  • Letture del giorno: Ap 7,2-4.9-14; Sal 23; 1 Gv 3, 1-3; Mt 5, 1-12
  • Calendario Liturgico di Novembre
Le letture del giorno (prima e Vangelo) e le parole di Papa Francesco da VaticanNews:

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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

Mt 5, 1-12
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

Fonte: LaSacraBibbia.net

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Commento al Vangelo a cura dei Monaci Benedettini

“Beati voi, vostro è il Regno dei cieli”.

Le Beatitudini sono un testo evangelico che non finisce mai di stupire. In esse si offre un criterio di fondo per comprendere l’identità del cristiano. Tale testo fornisce il lieto annuncio “beati” di ciò che può essere il discepolo di Cristo che ha sperimentato il perdono e la salvezza.

Le Beatitudini diventano “vangelo” quando dietro ad ogni singola affermazione, si coglie l’identità di Gesù, uomo nuovo, che il credente è chiamato a seguire e a imitare. Gesù proclama beati quelli che nella valutazione comune sono reputati, a dire poco, infelici.

E’ un totale capovolgimento senza attenuanti. Gesù sulla montagna, come un nuovo Mosè, lancia un appello per la costruzione della nuova comunità santa, legata a Dio con una nuova alleanza. E’ un appello che va alle radici e al cuore dell’esistenza umana, spingendola verso la santità di Dio.

E’ tuttavia una santità raggiungibile, perché concepita come apertura totale a Dio, al suo Regno e al prossimo. E’ un atteggiamento di fondo di chi “ha fame e sete di giustizia”, di chi desidera la pace messianica, di chi diffonde la mitezza, di chi è umile e pronto a dare la vita per il Regno e la giustizia. Il possesso del Regno dei cieli, la consolazione che non viene meno, l’eredità, la visione di Dio, sono beni della vita futura, anche se hanno qui il loro inizio come pegno della fede.

Il cuore delle beatitudini è la persona di Gesù, come modello a cui guardare e come fondamento dal quale proviene la forza per realizzare. Nella festa dei Santi le beatitudini vengono illuminate dal modo con cui essi si sono ispirati e come l’hanno vissute. L’odierna solennità non è per celebrare i molti Santi che in questi ultimi tempi di gran lunga hanno affollato gli altari.

E’ piuttosto per aprire gli occhi su quella santità quotidiana che permette al mondo di stare in piedi e di andare avanti, verso la santità…