Giovani di Parola – Commento al Vangelo del 30 Dicembre 2020

Come stride la conclusione di questa scena con la prima parte! Prima questo bambino osannato nel Tempio, tutti ne parlano, viene indicato come il Salvatore, il Redentore di Gerusalemme… e poi, in silenzio, quasi resettando quelle parole, quasi volendole rimasticare e digerire, la famiglia torna anonimamente a Nazaret, in Galilea, villagio sperduto di poche anime.

Ma allora? A cosa son serviti questi proclami nel Tempio? Ogni vocazione funziona così (alla vita religiosa, sacerdotale, matrimoniale… ma anche a livello di studi, lavorativo, … ma anche l’animazione e ogni altro servizio! C’è il momento iniziale dell’entusiasmo, delle lunghe prospettive, delle grandi consapevolezze… poi c’è il “silenziosamente costruire”, c’è la quotidianità senza riflettori, c’è la maturazione costante e impercettibile.

Così fu per nostro Signore, che fece tavoli per 30 anni, così è per te quando sembra che sia insormontabile la quotidianità senza prospettive visibili… quello è il vero momento della crescita, della Grazia, del miracolo!


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