Giovani di Parola – Commento al Vangelo del 2 Giugno 2020

Se veramente nella nostra vita e nella nostra società riuscissimo a dare a Dio quel che è di Dio, evidentemente tutto ciò che è di Cesare (cioè ciò che è proprio del mondo, ciò che è temporaneo, fugace) perderebbe conseguentemente valore o comunque prenderebbe il posto che gli spetta. Il problema è che spesso sottovalutiamo o addirittura disconosciamo ciò che è proprio di Dio.

Tutta la nostra vita -corpo, spirito e anima-, innanzitutto, sono propri di Dio, perchè da Dio sono stati creati, da Lui ci sono donati e a Lui dovremmo riconsegnarli perchè possano splendere secondo il progetto originario e originale. Spesso invece viviamo la nostra vita come se fosse proprietà privata, come se fossimo i padroni e non i custodi, come se l’unico modo per dimostrare la nostra libertà è autodeterminarci, scegliere noi le regole del gioco.

Sappiamo bene però che questa “libertà” è assolutamente liberticida, perchè solo Dio ci conosce alla perfezione, è più intimo a noi di noi stessi, e solo nella relazione con Lui possiamo conoscere la nostra vera identità e farla risplendere.


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