Giovani di Parola – Commento al Vangelo del 13 Settembre 2020

Gesú parla di un debito di diecimila talenti, una cifra spropositata: ai tempi equivaleva a molto più di quello che si sarebbe guadagnato lavorando tutta una vita. È questo il debito che ognuno ha nei confronti del Padre. Un debito impossibile da restituire ma che ci viene interamente condonato perché Dio vuole farci capire che il nostro rapporto con lui non è di schiavo/padrone, ma di figlio/padre. La fraternità scaturisce da questa esperienza filiale.

Eppure c’é un altro grande pericolo: nel ricevere gioisco ma non sempre sono in grado di vivere con il medesimo atteggiamento. Mi immedesimo facilmente con il misero, perché mi può capitare la stessa sorte: potrei essere io quel debitore. Quando però, per caso, sono creditore, allora mi sembra naturale far valere i miei diritti. Mi è facile essere tollerante con chi pesta i piedi al vicino, finché non li pesta a me!

Gesù ci dà l’esempio: possiamo salvarci solamente riconoscendo la Misericordia del Padre e provando ad esserlo a nostra volta.


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