Gesuiti – Commento al Vangelo del giorno, 6 Ottobre 2020

Gesù e i suoi sono in cammino. Arrivano, con la fatica della strada, in un villaggio a loro familiare e bussano a quell’uscio amico dove sanno che troveranno ospitalità. L’ospite è colui che interrompe la quotidianità, irrompe in essa e diventa priorità, e così avviene anche per Marta e Maria.

Da un lato Marta si pone al servizio del gruppo. Possiamo immaginarla presa a trasportare l’acqua affinché si rinfreschino, e poi pensare a cosa preparare da mangiare… dall’altro Maria si pone in ascolto attento delle loro necessità e esperienze. Entrambe le attitudini servono a declinare l’ospitalità.

Tuttavia qualcosa interrompe questa coralità dell’accoglienza. Marta accusa Gesù e la sorella Maria: entrambi hanno la colpa di non essersi preoccupati del suo servire, sono dei distratti. Marta ha semplicemente bisogno di aiuto ma non è stata capace di chiederlo, usa Gesù quando avrebbe potuto rivolgersi direttamente alla sorella e ha trasformato una semplice richiesta in occasione di tensione e scontro. Forse è anche invidiosa perché la sorella sta godendo della compagnia di Gesù.

Gesù interviene nella tensione: indica Maria come colei che ha saputo scegliere – ha scelto la parte migliore – mettendo al centro l’ascolto della sua parola e si rivolge a Marta con un affettuoso richiamo «Marta, Marta…»: è il tono di chi sa cosa si sta muovendo dentro di te.

Il vangelo non racconta come si conclude questa tensione. Ci lascia con parole che toccano ciò che abita il cuore di Marta e invitano anche lei a scegliere la parte migliore. Quella parte che già è in Marta, perché ciascuno ha la sua parte migliore.

Giuseppe Amalfa SJ


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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato

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