Gesuiti – Commento al Vangelo del giorno, 5 Marzo 2021

Oggi ci viene offerto un messaggio che definire attuale è dir poco. Gesù, rivolgendosi a coloro che si trovavano in cima alla gerarchia religiosa dell’epoca, non cessa di metterci in guardia dalla tentazione più subdola che esista: pensare esclusivamente a sé stessi. È da qui che nasce tutto il peccato del mondo. Proviamo allora a entrare dentro questo splendido dipinto che è la parabola dei vignaioli disonesti per osservare da vicino le figure umane che lo compongono.

Colpisce all’inizio che il padrone della vigna non sia descritto come un re, bensì come un semplice uomo. Un uomo generoso il quale, possedendo un terreno, non solo decide di renderlo disponibile agli altri ma vi pianta anche una vigna perché il dono sia completo, dolce e fruttuoso. I contadini rappresentano quella parte dell’umanità odierna tutta dedita e specializzata nel trarre profitto dalla terra che li circonda, dimentichi che essa non gli appartiene. I servi inviati dal padrone sono i campioni della fede coloro che, prima ancora del figlio stesso e illuminati da un amore che non chiede il contraccambio, sono pronti a sacrificarsi per la conversione altrui.

Lo scambio finale tra Gesù e i capi dei sacerdoti segna la distanza tra due modi di pensare davvero inconciliabili. I farisei infatti, interrogati su cosa accadrà al ritorno del padrone, non oltrepassano quella giustizia punitiva tanto amata da chi, sbarazzandosi dei cattivi, spesso finisce per prenderne il posto. Gesù focalizza invece l’attenzione sulla pietra scartata dai costruttori: la meraviglia di Dio non sta infatti nella distruzione miserevole di chi ha pensato a sé stesso quanto piuttosto nel riscatto di coloro che hanno sofferto e donato la propria vita affinché tutti possano un giorno godere dei frutti del Regno.

Fabrizio Barbieri


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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato

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