Gesuiti – Commento al Vangelo del giorno, 4 Aprile 2021

Il Vangelo del giorno di Pasqua è una pagina piena di corse e affanni e silenzi e grida.

È il primo giorno della settimana, è un nuovo giorno e Maria di Magdala, vincendo l’oscurità dentro e fuori di lei, si reca al sepolcro.

La pietra che lo chiude è stata tolta. Possiamo immaginare la sua sorpresa? Il suo sconcerto? La pietra che aveva chiuso dietro di sé colui che ella amava, e che forse le sembrava “desse un termine” anche alla sua stessa vita, è stata rovesciata! L’ingresso della tomba in cui ha visto deporre il Signore è aperto… L’evento la coinvolge direttamente, perché quando qualcuno che ami muore, non muore solo. Una parte di te muore con lui o con lei. Quella tomba aperta “spalanca” possibilità impensate per Maria.

Nel Vangelo di Giovanni il primo annuncio della Resurrezione è quindi un grido di paura e un annuncio pieno di spavento, che può essere reso anche con queste parole: “Gesù non è lì dove lo immaginavamo”. Queste sono le parole di Maria e delle donne con lei, testimoni “deboli”, consegnate agli uomini.

Dopo Maria di Magdala è la volta di Pietro e del discepolo amato, che la tradizione identifica con lo stesso evangelista, ma che nel suo essere senza nome può assumere il volto e le sembianze di ciascuno di noi.

Corrono․․․ corrono a perdifiato․․․ che cosa può essere passato nel loro cuore in quei minuti di corsa sfrenata? E quando arrivano è un gioco di sguardi, perché i due vedono e osservano. Notano oggetti e particolari, la pietra scostata, i teli, il sudario, lo spazio della tomba ora vuoto. Questo basta al discepolo amato per credere. È l’illogica potenza di chi è amato e riesce a guardare oltre ciò che c’è, per intuire quel che sarà. A volte è così difficile accettare di essere amati, perché è una “insopportabile” vulnerabilità.

La giornata iniziata nel segno della paura, si apre a nuovi orizzonti: alla speranza, contro il già noto; alla logica della possibilità, contro i “dover essere”; al richiamo della vita, contro l’oppressione della morte. È una vita nuova quella del Risorto, diversa da quella sino ad ora sperimentata, perché di fronte ad essa il passato offre solo qualche appiglio. Tutto va compreso ancora una volta.

Buona Pasqua!

Diego Mattei SJ


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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato

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