Gesuiti – Commento al Vangelo del giorno, 31 Maggio 2020

È la Pentecoste! Secondo Giovanni, la sera stessa di Pasqua. Non si tratta tanto di un dato cronologico, è il “tempo opportuno”, il momento in cui giunge a maturità un lungo percorso: si compie la storia della salvezza.

Pentecoste è la festa dei frutti, secondo la tradizione ebraica. Anche Gesù raccoglie il frutto della Pasqua presso questo gruppo di apostoli impauriti. Nuovo paradosso del Dio con noi: il tempo del raccolto per Lui corrisponde al tempo della paura per loro!
Eppure, da questo gruppetto di “sfigati”, nasce la Chiesa, a questi pavidi è affidata la sua pace e il suo potere…

Ecco la buona notizia per noi: possiamo anche considerarci inetti, residui, scartati dal mondo, incompresi da chi è vincente, se accogliamo la pace del Risorto troviamo la nostra collocazione, si aprono possibilità infinite di riconciliazione. Il mandato che lo Spirito del Risorto affida ai discepoli – perdonare, non perdonare – non è l’arbitrio del potere di decidere chi “lasciar passare e chi no”, non diventano i “buttafuori del paradiso”. Ed è un mandato/preghiera, un’implorazione che il Signore rivolge ai suoi: non perdete l’occasione per perdonare, per attivare cammini costruttivi di riconciliazione e di vera pace, datevi sempre da fare per riunire, edificare, avvicinare, perché se non lo fate voi, nessuno lo può fare!

In ogni situazione, lo Spirito spinge i discepoli a creare, cercare la via della pace e della riconciliazione, perché questa è la via seguita da Dio fin dall’inizio della storia della Salvezza, nei confronti di tutti gli essere umani!

Stefano Titta SJ

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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato

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