Gesuiti – Commento al Vangelo del giorno, 31 Gennaio 2020

Gesù parla in parabole e in questo modo ci lega alla realtà, a ciò che tutti, a quel tempo, vedevano ogni giorno: un campo coltivato, un orto ordinato e curato e poi il lievito che fa fermentare la farina o il sale che dà sapore alla minestra…

Queste le parabole con la loro realistica poesia, ma poi Gesù spiega in privato – e perché l’evangelista non ci dice cosa spiega in privato e, invece, insiste a raccontare altre parabole?!

Forse perché quello che Gesù dice in privato continua a dirlo a ciascuno di noi, ma pur sempre in privato, soprattutto quando siamo “nella casa”, nella Chiesa! Forse perché non basta cambiare le azioni, ma bisogna arrivare a toccare il privato: il cuore, ciò che conta è il cuore con cui guardi la realtà: le persone e le cose e tutte le creature… Forse perché il privato è quel cuore in cui siamo invitati a entrare per continuare anche oggi ad ascoltare il Maestro, lo Spirito che spiega – in modo sempre unico e sempre irripetibile – il senso delle cose: non si tratta di convertire i comportamenti, ma di arrivare agli atteggiamenti intimi, quelli del cuore.
E tutto questo non lo può fare neanche il Vangelo, ma solo il Maestro interiore!

Guarda la realtà e vedi dentro, vedi il modo discreto e testardo con cui si fa strada il Regno, come un chicco che diventa spiga: casa per trenta, sessanta, cento chicchi di grano, come una casa per fratelli trovati, come un semino che con fatica buca la terra per vedere la luce e trasformarsi in un albero accogliente di nidi e di canti di uccelli!

Stefano Titta SJ

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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato


LEGGI IL BRANO DEL VANGELO DI OGGI

L’uomo getta il seme e dorme; il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa.
Dal Vangelo secondo Marco Mc 4, 26-34 In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura». Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra». Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa. Parola del Signore

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