Gesuiti – Commento al Vangelo del giorno, 30 Settembre 2019

Penso alla mia infanzia: mi ritrovo a giocare sotto un tavolo, o intenta a infilarmi rannicchiata sul davanzale di una finestra, o in un armadio con la porta socchiusa, dietro le tende… Cercare i posti più inaccessibili da cui poter guardare fuori e gli altri era la gioia più grande dell’essere piccoli. Che peccato non riuscire più a entrare in quegli spazi… mi piace pensare che anche Dio si sia fatto così piccolo proprio per raggiungere gli angoli più inaccessibili del nostro cuore, che si sia nascosto nel cuore degli uomini per starci più vicino, perché possiamo accoglierlo davvero.

Crescendo rischiamo di dimenticarci che si può guardare alle cose da diversi punti di vista, soprattutto dal basso, di dimenticarci com’è indossare i vestiti degli altri per gioco, di dimenticarci che il nuovo vicino è solo un bambino che ancora non fa parte della nostra banda.

I discepoli, spaventati dalle parole di Gesù sulla Passione, in un tentativo di esorcizzare la paura di fronte a questo volto di Gesù che si rivela nella debolezza, reagiscono cercando di affermare la propria autorità l’uno sull’altro. Perché la debolezza è qualcosa da cui difendersi, è inaccettabile. Non ci si deve mostrare vulnerabili, non è consentito piangere.

E così capita che mentre continuiamo a chiederci chi sia il migliore tra noi, il più saggio, il più forte, il più coraggioso… Cristo con un solo gesto si sottrae alla discussione per far posto ad un bambino – e con quel bambino si identifica e ci chiede di fare lo stesso. Smonta con tenerezza tutte le nostre difese, in quel bambino che sa chiedere per quello di cui ha bisogno, che sa tendere le braccia verso suo padre per farsi tirare su, che sa chiedere scusa, che sa fare in fretta la pace e tenere per mano, sa farsi vicino, e invitare a giocare chi non conosce.

Se imparo ad accogliere le mie fragilità, riuscirò ad accoglierle anche negli altri, e a lasciarmi tirare su tra le braccia del Padre.

Caterina Bruno

Rete Loyola (Bologna)

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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato

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Chi è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 9, 46-50

In quel tempo, nacque una discussione tra i discepoli, chi di loro fosse più grande.

Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande».

Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi».

Parola del Signore

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