Gesuiti – Commento al Vangelo del giorno, 26 Novembre 2020

Le parole di oggi non è piacevole, non assomiglia alla buona notizia che vorremmo ascoltare per alzarci dal letto la mattina. Gli ebrei del primo secolo credevano parlasse proprio di loro, che avevano sotto gli occhi la distruzione del tempio e di Gerusalemme. Forse anche noi, nel mezzo di una pandemia, ci sentiamo dentro questo scenario. E ci chiediamo se non sia il segno che sta per arrivare davvero la fine dei tempi, il ritorno di Gesù.

Eppure la Buona Notizia è che Gesù c’è già! C’era per gli ebrei dell’epoca, e c’è per noi oggi, tutti i giorni. E discende tra noi come Figlio dell’uomo, cioè umanizzando, sciogliendo i pezzi di cuore più duri e vivendo con compassione nel mezzo del nostro mondo caotico.

Ogni epoca storica ha le sue angosce, ogni nostra storia personale. Ma Gesù ci invita a non aver paura dei flutti e dei fragori, perché rimanere su una riva riparata è solo un’illusione di vita felice. Invece affrontando il mare, che è pericoloso e rischia di toglierci la vita, forse avremo occasione di amare di più.

Come ribadisce Ignazio, non è la guerra o la pace, non la carestia o la prosperità che dobbiamo cercare e chiedere al Padre, ma ciò che ci conduce al fine per cui siamo creati: amare ed essere amati.

Pietre Vive (Roma)


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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato

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