Gesuiti – Commento al Vangelo del giorno, 22 Ottobre 2020

L’immagine di Gesù che viene spesso raccontata è quella di una figura buona, pacifica, a volte un po’ fricchettona: un Gesù che accoglie tutti, che porge l’altra guancia, che tutto si fa passare addosso. Oggi ci viene chiesto però di sgombrare la mente e di metterci davvero davanti a una parola nuova, a un’immagine che forse non ci aspettiamo: non pace e unione, ma divisione e conflitto.

Il conflitto: una parola di cui a volte abbiamo paura, e che cerchiamo in qualche modo di aggirare. Conflitto tra quello che proviamo e quello che pensiamo, conflitto tra le cose che ci aspettiamo e le cose che poi di fatto accadono, conflitto tra parti di noi fedeli a degli ideali e compromessi continui che ci mettono in discussione. Conflitto tra i nostri desideri e le nostre paure; conflitto tra quello che gli altri si aspettano da noi e quello che siamo; conflitto tra le strade nuove che si aprono e le vecchie che ci reclamano.

Ogni cosa, per essere viva, ha bisogno al suo interno di conflitto: di separazione, di divisione, di guardarsi da due punti di vista diversi per cercare soluzioni nuove.
Se evitiamo tutto questo, se accettiamo la realtà acriticamente, se ci pieghiamo al dogmatismo e alla certezza delle nostre sicurezze, la vita non trova spazio per crescere, svilupparsi, andare avanti.
Gesù stesso ci invita oggi a non avere paura del conflitto: di quello che sentiamo dentro di noi e di quello che ci troviamo intorno. Non per restare nella paura e nella divisione: ma per continuare ad accendere un fuoco che riscaldi, che porti nel mondo energia e luce.

Rete Loyola (Bologna)


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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato

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