Gesuiti – Commento al Vangelo del giorno, 17 Marzo 2020 – Mt 18, 21-35

Chi cammina per sentieri sa che ai bivi ci sono dei segnali che indicano la direzione giusta e altri che dicono dove non passare. La storia del servo spietato è una bella e chiara X posta su una strada sbagliata. “Non fate come quest’uomo, fate tutto il contrario di lui.”

Che cosa manca al servo della parabola? La pietà, la misericordia. Egli si mostra duro, disumano. Non sa vedere un’altra persona come suo simile. Manca di misericordia quando avrebbe dovuto e potuto averne. Tutto, nella sua vicenda personale, lo conduceva a essere comprensivo e paziente, ma egli ha lasciato che gli scivolasse addosso. Gli anni e poi giorni drammatici si sono susseguiti l’uno dopo l’altro senza portare in lui alcun cambiamento. Non si è mai soffermato a riflettere. Il servo ha ricevuto fiducia, ha amministrato una quantità d’oro inimmaginabile. E nulla gli è valso.

Egli è passato per la sventura, ha perso tutto, ha dilapidato il patrimonio del re, ma è come se niente fosse. Si è visto condannare lui e la sua famiglia. Non appena il debito gli è condonato, la sua tragedia di prima passa come un incidente di percorso. Senza provare alcuna gratitudine per il dono ricevuto, è pronto a soffocare chi gli deve qualche soldino.

Guardandoci da una vita mancata come la sua, si apre davanti a noi tutto lo spazio del settanta volte sette. Un cammino dove incontri, doni ricevuti, errori commessi, torti subiti, incomprensioni, stati d’animo concorrono a formare una personalità. Un cammino spesso tortuoso, a volte in salita, dove conoscendoci, impariamo a guardare con benevolenza chi fatica al nostro fianco. Un cammino dove ci scopriamo, più che mai, fratelli.
Buona strada.

Stefano Corticelli SJ


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