Gesuiti – Commento al Vangelo del giorno, 15 Ottobre 2020

Un rimprovero che è anche un grido di dolore. Quel “guai” che vediamo come una minaccia non potrebbe essere anche (o forse soprattutto) un’esclamazione di dolore da parte di Gesù, nel vedere che coloro che erano chiamati a vivere e a far vivere il popolo d’Israele nella relazione con il Signore, in realtà si sono posti quasi di ostacolo? L’ipocrisia di chi piange e glorifica ora coloro che in precedenza sono stati perseguitati e uccisi; di coloro che posti come le guide del popolo nella via di Dio, di fatto sembrano impedire che quel Dio venga seguito in verità e giustizia.

E allora ecco che quel grido di dolore, quel rimprovero, diviene richiesta di fare verità verso coloro che – piaccia o meno – dovrebbero essere le guide religiose e spirituali per il popolo.
Una richiesta di verità che purtroppo gli interlocutori sembrano scansare e che li fa entrare maggiormente in una modalità di difesa e di acredine verso Gesù.

In fondo è la storia di tutti i tempi: nessuno che richiami radicalmente alla verità viene visto bene. Dentro di noi c’è un meccanismo di difesa che subito alza le sue barriere verso chi ci richiama a una verità scomoda, che ci richiede la conversione, il cambiamento, il lasciarsi mettere in discussione. E allora, forse, quel “guai” di Gesù può esser anche oggi più attuale che mai.

Lino Dan SJ


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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato

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