Il Signore oggi ci dice che la risposta al male non può essere il male. Le immagini che ci propone sono molto forti… porgere l’altra guancia, dare la tunica a chi vuole il mantello… Giustamente sorge la domanda: come è possibile? Umanamente abbiamo un’idea di giustizia diversa. Esistono però situazioni, paradossali, in cui rispondere a queste parole di Gesù può divenire il più grande gesto di libertà . In fondo siamo veramente liberi dal male se non cadiamo nella sua stessa logica.
Forse può essere utile ricordare l’esempio di uomini e donne che hanno incarnato questo ideale evangelico. La storia è piena di santi, alcuni noti all’umanità , altri solo conosciuti dall’Amore del Signore, che hanno deciso di rispondere al bene con il male.
Uno di questi, di cui è in corso la causa di beatificazione è per esempio il cardinale vietnamita François-Xavier Nguyen Van Thuan. Fu arrestato dal regime comunista e stette in prigione ben tredici anni, di cui una parte consistente in cella d’isolamento. Celebrava messa con una briciola di pane e una goccia di vino che si era fatto passare clandestinamente come medicina. Grazie alla sua bontà riuscì persino a convertire le guardie comuniste alla fede cristiana, le stesse che lo maltrattavano duramente. Esse infatti non sapevano spiegarsi il suo atteggiamento sempre privo di rabbia e aperto al perdono. Quando uscì dalla prigione una guardia gli domandò se si sarebbe vendicato: egli rispose di no, e che continuava ad amare sinceramente anche coloro che lo avevano maltrattato, perché così Gesù comandava.
Certo questo è un esempio straordinario, ma incarnato da una persona ordinaria, non da un supereroe e sono tanti gli esempi ordinari di amore speso giorno per giorno in situazioni difficili.
Daniele Ferron SJ
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato