Gesuiti – Commento al Vangelo del 5 Febbraio 2019

Oggi assistiamo a molti gesti d’amore. A partire da quello di Giairo, il padre di una bambina che sta per morire, che si reca da Gesù chiedendogli con insistenza di andare da lui, di imporgli le mani e di guarirla. La sua preghiera è tanto accorata e sentita che si mette in ginocchio. Lui, che è uno dei capi della sinagoga, si fa piccolo davanti a Gesù per fare più grande la sua preghiera; gli consegna la sua vita con il gesto compiuto da un subalterno perché la bambina possa avere ancora vita.

Poco dopo Gesù chiede alla folla: «Chi mi ha toccato il mantello?», suscitando lo stupore dei discepoli dato che erano schiacciati. Eppure Gesù riconosce un tocco diverso dagli altri, un gesto accompagnato da una grande fede, in cui si concentra un desiderio enorme di guarigione, di vita, di amore. È un gesto ordinario, che passa inosservato perché uguale a tanti altri, ma non è così per chi lo compie e per chi ne è destinatario, come lo sono tanti gesti solo apparentemente anonimi che riceviamo e compiamo ogni giorno.

Infine, a casa di Giairo, c’è un altro gesto che colpisce: Gesù scaccia con fermezza quanti lo deridevano dopo aver affermato che «la bambina non è morta, ma dorme». Gesù allontana dalla casa quanti sono sordi alle sue parole, chiusi in un lamento che impedisce di riconoscere che cosa sta accadendo. Alle volte bisogna liberare la casa, liberare il cuore, perché si possa accogliere l’amore e la vita.

Giuseppe Riggio SJ

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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato secondo il metodo della spiritualità ignaziana, disponibile anche tramite la loro newsletter quotidiana.[/box]

Mc 5, 21-43
Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.
Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male.
E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male».
Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo.
Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

 

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