Gesuiti – Commento al Vangelo del 29 Dicembre 2018

Il contrario dell’amore è il possesso. Chi ama si apre al dono, con fiducia e gioia. Chi è ripiegato su se stesso e sulle proprie paure non ha spazio per l’altro. Prima di ogni cosa, vede le proprie esigenze. E, così, anche gli atteggiamenti di affetto e tenerezza, possono celare il tentativo di legare e controllare.

Come è difficile essere pienamente liberi e gratuiti nell’amore – specialmente se non si è fatta esperienza di questa libertà e di questa gratuità. Oggi ci viene ricordato che il dono del Signore sulla croce è stato preceduto dalla totale fiducia in Dio dei suoi genitori. Nel rispetto della tradizione del tempo, Maria e Giuseppe si recano al tempio. Tuttavia, questo atto non è pura formalità!

Come un arco teso dal Padre, scagliano la vita del figlio verso l’umanità. Ecco il compimento della scrittura, il Signore è stato fedele alle sue promesse e Simeone può, finalmente, congedarsi. La salvezza si è manifestata e raggiungerà tutti gli uomini che si lasceranno toccare dal suo amore.

Maria Pia S.

Immagino

Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.

Rifletto sulle domande

  • In che occasione ho fatto esperienza dell’amore gratuito del Padre?
  • In cosa chiedo totale fiducia nel Signore?
  • Quali delle mie relazioni sono libere e liberanti?

Ringrazio

Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi…
Recito un “Padre nostro” per congedarmi e uscire dalla preghiera.

[box type=”info” align=”” class=”” width=””]Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato secondo il metodo della spiritualità ignaziana, disponibile anche tramite la loro newsletter quotidiana.[/box]

LEGGI IL VANGELO

Lc 2, 22-35
Dal Vangelo secondo Luca

Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, [Maria e Giuseppe] portarono il bambino [Gesù] a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.
Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:
«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele».
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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